domenica 28 settembre 2025

Cantar Alentejano: La storia alentejana di Catarina e i braccianti agricoli in Portogallo prima della Rivoluzione dei Garofani

 







Caterina Efigénia Sabino Eufémia, nata il 13 febbraio 1928 e uccisa il 19 maggio 1954, fu una bracciante analfabeta della regione portoghese dell’Alentejo che, in seguito ad una serie di scioperi nel bracciantato rurale, fu assassinata, all’età di 26 anni, dal tenente Carrajola della GNR (Guardia Nacional Republicana) sul Monte do Olival, nel comune di Baleizão, presso Beja. Catarina era sposata, aveva tre figli (uno dei quali, di solo otto mesi).
La tragica storia di Catarina Eufémia finì per incarnare la resistenza al regime di Salazar e fu adottata dal Partito Comunista Portoghese come vera e propria icona della resistenza alentejana. A Catarina furono dedicate poesie di Sophia de Mello Breyner Andresen, Carlos Aboim Inglez, Eduardo Valente da Fonseca, Francisco Miguel Duarte, José Carlos Ary dos Santos (in foto), Maria Luísa Vilão Palma e António Vicente Campinas. La poesia di Vicente Campinas « Cantar Alentejano » fu musicata da José « Zeca » Afonso e inserita nell’album « Cantigas de Maio », uscito nel dicembre 1971.

L’Alentejo, in quei tempi difficili, era una regione di latifondi e di impiego stagionale, dove le condizioni di vita dei contadini che non possedevano la terra e dei braccianti erano terribili. Questa penosa e durissima situazione socio-economica e lavorativa agitò le masse contadine della regione a partire dalla metà degli anni ’40 e si acuì nei due decenni successivi, provocando un permanente clima di rivolta sociale. J.Saramago la racconta magistralmente nel romanzo Levantado do Chão.  I tumulti furono numerosissimi, e più frequenti ancora gli scioperi rurali, che terminavano sempre con l’intervento della Guardia Nazioale e che erano tenuti sotto costante controllo dalla PIDE, la Polizia Politica poi dissolta con la Rivoluzione dei Garofani del 1974, alla ricerca di infiltrati e agitatori comunisti.


Il 19 maggio 1954, in piena raccolta del grano, Catarina Eufémia e altre tredici braccianti andarono a reclamare al fattore del latifondo dove lavoravano un aumento di 2 escudos al giorno. Gli altri braccianti furono, in linea di massima, contrari alla costituzione di tale gruppo di reclamanti, ma comunque non lo ostacolarono. Le quattordici donne bastarono a mettere in allarme il fattore, che andò a Beja a chiamare il proprietario e, naturalmente, la Guardia Nazionale.

Catari
na Eufémia fu scelta dalle sue compagne per presentare le rivendicazioni. A una domanda del tenente della Guardia Nazionale, Catarina risposte che quel che volevano era soltanto « lavoro e pane ». Il tenente le rispose gettandola a terra con uno schiaffo. Rialzandosi, Catarina disse : « E ora mi ammazzi ! » ; al che, il tenente Carrajola tirò fuori la pistola di ordinanza e le sparò. Catarina non morì all’istante, ma pochi minuti dopo tra le braccia del padrone (arrivato nel frattempo), che la sollevò dalla pozza di sangue dove giaceva e urlò al tenente : « Ma cosa fa ? Ha già ammazzato una donna ! ». Il padrone, Francisco Nunes, era generalmente descritto come una persona non violenta e relativamente generosa coi propri contadini, almeno secondo gli standard dell’epoca.

Temendo la reazione della popolazione, le autorità decisero di far svolgere il funerale di nascosto, anticipandolo di un’ora rispetto all’orario annunciato. Quando il funerale stava per iniziare, la gente accorse con grida di protesta e la polizia represse duramente la manifestazione spontanea, picchiando non solo i familiari della donna assassinata, ma anche altri contadini di Baleizão e altre semplici persone di Beja che erano venute a partecipare al funerale. La bara finì per essere portata via in fretta, sotto scorta della polizia, non al cimitero di Baleizão, ma a Quintos (il paese del marito di Catarina, António Joaquim do Carmo, detto « Carmona »), a circa 10 chilometri di distanza. 

Venti anni dopo, nel 1974, dopo la Rivoluzione, i resti mortali di Catarina Eufémia furono finalmente riportati a Baleizão.

In seguito ai tumulti avvenuti durante il funerale, nove contadini furono accusati di offesa all’autorità e la maggioranza di essi fu condannata a due anni di carcere con la condizionale.

 Il tenente Carrajola, l’assassino di Catarina Eufémia, fu trasferito a Aljustrel ma non subì mai alcun processo. Morì nel 1964.



DA COIMBRA ALL'ALENTEJO: MUSICA, SOCIETA' E LIBERTA' IN PORTOGALLO DURANTE IL REGIME DI SALAZAR

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CANTAR ALENTEJANO  (José Afonso) Promo Video Youtube Terras de Portugal


Chamava-se Catarina

O Alentejo a viu nascer 

Serranas viram-na em vida

Baleizao a viu morrer 

 

Ceifeiras na manha fria

Flores na campa lhe vao pôr

Ficou vermelha a campina

Do sangue que entao brotou 

 

Acalma o furor campina

Que o teu pranto nao findou 

Quem viu morrer Catarina

Nao perdoa a quem matou 

 

Aquela pomba tao branca

Todos a querem p'ra si 

O Alentejo queimado

Ninguém se lembra de ti 

 

Aquela andorinha negra

Bate as asas p'ra voar 

O Alentejo esquecido

Inda um dia hás-de cantar



 





 

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