martedì 17 aprile 2018

Dal Fado alle musiche tradizionali dei porti del mondo


Vorrei presentarvi il mio nuovo progetto Canti Migranti, musica dai porti del mondo.

L’idea di questo progetto è nata nel 2017, ho voluto riunire in un mio repertorio live brani di alcune tradizioni popolari legate da uno specifico trait d’union: l’ambiente in cui si sono sviluppate, l’ambiente dei porti.

Gli studi antropologico-musicali del cileno Miguel Angel Vera Sepulveda (1999) sui generi musicali “portuensi”  hanno evidenziato che il trait d'union culturale di questi generi è l'ambiente della marginalità, delle classi operaie e della prostituzione, legato alla vita quotidiana a ridosso dei porti; alcuni dei temi ricorrenti sono: la gelosia, il tradimento, l'abbandono, il sentimento di fatalismo e nostalgia per un amore che non si può vivere, le bettole, il malaffare, la vita di quartiere, la partenza o la nostalgia della propria terra lontana.

Ho scelto i brani di Canti Migranti proprio in base alle tematiche ricorrenti in tradizioni musicali come il Fado, il Tango, il Vals argentino ed ecuadoriano, la Milonga, la Ranchera messicana e la canzone classica napoletana e romana. La maggior parte dei brani proposti, appartengono alla prima metà del Novecento. Tra i compositori proposti troviamo C.Gardel, S. Iradier, A. Martinez, E.Cadicamo, L.Demare, G.Vera Santos, E.A.Mario. 


martedì 6 ottobre 2015

Natália de Oliveira Correia, poetessa rivoluzionaria


Natália de Oliveira Correia nacque a Fajã de Baixo, isola di São Miguel, Azzorre, il 13/09/1923 e  morì a Lisboa il 16/03/1993. 

Frequentò il liceo a Lisbona, non intraprese studi universitari. Nel 1979 fu eletta nel Parlamento Portoghese. Collaborò con molti giornali e riviste.

Non inquadrandosi perfettamente in nessuna corrente letteraria, inizialmente si legò al Surrealismo e, a suo stesso parere, la sua più importante adesione fu quella alla corrente del Romanticismo. La sua opera tocca i generi più svariati, dalla poesia al romanzo, dai testi teatrali ai saggi.

Importante figura della cultura portoghese della seconda metà del XX secolo, spicca come poetessa e come politico, essendo stata eletta deputato per il Partito Socialista.

Fondò il Fronte nazionale per la Difesa della cultura, intervenne politicamente su temi culturali e riguardanti il patrimonio artistico, in difesa dei diritti umani e della donna. Invocò sempre la letteratura come forma di intervento per la società ed ebbe un ruolo attivo nell’opposizione allo Estado Novo. Natália Correia spiccò nella lotta contro il fascismo. Diversi suoi libri furono proibiti dalla censura e fu condannata a tre anni di prigione, con pena sospesa, per abuso di libertà di stampa.

 

Fu una figura importante nei circoli che riunivano i nomi più rilevanti della cultura e della letteratura portoghese degli anni 50 e 60. E’ particolarmente ricordata per la sua personalità vigorosa e polemica, personalità che si riflette nella sua scrittura.

In una dichiarazione all’agenzia di stampa Lusa, Maria Amélia Campos affermò di essersi interessata all’autrice di "A Pécora"(1983) grazie allo studio che conduceva sui discorsi delle deputate elette prima e dopo la rivoluzione del 25 Aprile 1974, studio che fu pubblicato nel 2002.

“Mi sono subito accorta di una forte differenza tra il discorso di Natália e quelli delle altre deputate e questo mi ha portato ad interessarmi alla sua vita, tanto più che non sono mai stata in intimità con lei (sua amica), l’ho conosciuta soltanto come figura pubblica”
La biografia, pubblicata dalla casa editrice Parceria A.M.Pereira, traccia in 14 capitoli – “14 come le stazioni della via crucis” – la vita della scrittrice, la cui opera è “poco conosciuta e studiata perché la sua figura di donna si sovrappone sempre alla sua opera”, ha argomentato l’autrice.
Nel 1942 si sposò con Álvaro Pereira. Nel 1949 si unì a William Creighton Hylen dal quale si separò nel 1950 al fine di sposarsi con Alfredo Machado. Nel 1994 inizò la sua carriera come giornalista nel Rádio Clube Português. Nel 1960 incise il disco "Natália Correia Diz Poemas de Sua Autoria".

Conobbe Dórdio Guimarães, compagno di vari lavori sia al cinema che in televisione, nel 1962. Nel 1990 si sposarono e rimasero uniti fino alla morte di Natália.

Nel 1971, insieme ad Isabel Meyrelles creò una società da cui nacque il Botequim (luogo di incontro, scambio e convivio, ove nacquero effervescenti idee culturali).

Fu direttrice dello Estúdios Cor e della casa editrice Editora Arcádia. Nel 1976 diventò direttrice del "Século Hoje", di "Vida Mundial", e assessore dell’allora segretario di Stato alla Cultura, David Mourão-Ferreira.

 

Natalia Correia è, per via degli elementi tumultuosi, eterogenei e appassionati che appaiono nella sua opera e nella sua vita, una figura particolare della nostra letteratura  del secolo XX.

Iniziò la sua produzione con cronache di viaggi negli Stati Uniti (Descobri que sou Europeia) nei quali affermava una personalità molto forte, focosa e pungente, ma è stato nell’opera poetica che indubbiamente ci ha lasciato il più ricco e duraturo filone della sua scrittura.

La scrittrice ha un grosso debito con l’esperienza surrealista ed in particolare con Mario Cesariny de Vasconcelos. Da lui riprese (e trasformò) il non sense verbale dei lunghi poemi anaforici, pieni di sorprendenti metafore, a volte attingendo alla violenza ed alla bellezza di alcuni testi ispirati dove si aprono svariate piste di sensi per rappresentare l’universo accentrativo del fascismo portoghese, la mediocrità e la repressione, la spregevole morale salazarista, l’ipocrisia quai generale come nel celebre poema “Queixa das Almas jovens censuradas”, contenuto in uno dei suoi migliori libri, “Dimensao Encontrada”.

Stridente nella polemica, provocatoria ed originale nel brillante tentativo teatrale che è l’opera “A Pecora”, propensa allo stesso tempo alla spiritualità ed alla magia, alla cabala, al culto dello Spirito Santo, culto così radicato nella terra dove nacque, le Azzorre, ci ha lasciato anche saggi e poemi dedicati alle rasici, alla matria, alla trascendenza. Allo stesso modo, esibendo un rinnovato virtuosisimo orchestrale e retorico, scrisse, nell’ultima parte della sua vita i “Sonetti Romantici” che rappresentano una nuova sfida, essendo così lontani dai suoi romanzi di avanguardia come “Madona” o “As Nupcias”, dove eleva il tema dell’incesto, caro alla mitologia classica, ad una rara completezza di disarmonia/armonia.

Il processo di infantilismo del paese, gli uomini trasformati in automi, l’imitazione della felicità all’estero,  fu metaforizzato perfettamente dalla Correia nelle celebri strofe cantate da José Mario Branco in Francia per gli emigranti e gli esiliati e che poi furono cantate dopo Aprile in tutto il Portogallo.  La scrittrice ha un grosso debito con l’esperienza surrealista ed in particolare con Mario Cesariny de Vasconcelos. Da lui riprese (e trasformò) il non sense verbale dei lunghi poemi anaforici, pieni di sorprendenti metafore, a volte attingendo alla violenza ed alla bellezza di alcuni testi ispirati dove si aprono svariate piste di sensi per rappresentare la mediocrità e la repressione, la spregevole morale salazarista…

 

 

"Queixa das Almas Jovens Censuradas" cantato da José Mário Branco.

 

Protesta delle anime  giovani censurate (trad. A. Belcari)

 

Ci danno un giglio ed un temperino

Ed una anima per andare a scuola

Ed un cartello che promette

Radici, stelo e corolla

Ci danno una mappa immaginaria

Che ha la forma di una città

Un orologio ed un calendario

Dove non viene la nostra età

Ci danno l’onore dei manichini

Per incoraggiare la nostra assenza.

Ci danno il premio di essere così,

Senza peccato e senza innocenza.

Ci danno una barca ed un cappello

Per farci fare un ritratto.

Ci danno i biglietti per il cielo

Rappresentando la scena in un teatro.

Ci pettinano le teste enormi

Con le parrucche dei nonni

Affinché ci sia impossibile

Assomigliare a noi stessi quando stiamo da soli.

Ci danno una torta che è la storia

Della nostra storia senza trama

E non ci suona nella memoria

Nessuna altra parola che non sia “paura”.

Abbiamo fantasmi così educati

Che ci addormentiamo sulle loro spalle

Sogni vuoti, spopolati

Di personaggi del terrore.

Ci danno la copertina del vangelo

Ed un pacco di tabacco

Ci danno un pettine ed uno specchio

Per farci pettinare un macaco

Ci danno un garofano legato alla testa

Ed una testa legata alla cintura

Affinché il corpo non sembri

La forma dell’anima che lo sta cercando.

Ci danno una bara fatta di ferro

Con l’imbottitura di diamanti

Per organizzare la sepoltura

Del nostro corpo più avanti

Ci danno un nome ed un giornale

Un aereo ed un violino

Ma non ci danno l’animale

Che infilza con le corna il destino

Ci danno marinai di cartone                                                                

Con timbro sul passaporto

Per questo la nostra dimensione

Non è vita e nemmeno morte

 

E’ stata sicuramente anche una scrittrice romantica la Correia, proprio grazie al suo onirismo surrealista o della sua calorosa difesa dei diritti della donna, nel suo fascino per l’androgino, nell’espressione dell’eros totale, nel culto della madre, nella resa regale delle sue isole dense di brume e misticismo, anche in molte delle sue veementi prese di posizione in Parlamento, in piazza o nel piccolo schermo.

L’attenzione, quasi ossessiva, posta sulla sua figura politica ha oscurato, spesso, il talento reale e la sensibilità della scrittrice. E’ bene farle giustizia e osservare a fondo la sua opera, fiume luminoso, a volte fiamme, che porta con se molto del vissuto di Natalia, di quello che lesse, sognò, che voleva costruire e che poi lasciò incompleto, proprio come succede a quasi tutti gli artisti mossi da passione.

Anche il lato narcisistico della sua personalità, lato che convive con tutta questa forza e generosità, è li, disteso sullo specchio della parola.

 

Il Sole nelle Notti e il chiaro di Luna nei Giorni

 

Dell’amore non resta più niente di un Ottobre
E quanto più mi sento amata tanto più desisto:
Tanto più tu mi spogli, più io mi copro
E quanto più mi nascondo, più mi ritrovo

E so che ti turbo e ti abbaglio sempre più
Perché più mi offusco e più esisto.
Di dentro mi illumino, sole occulto,
Di fuori ti inginocchio, corpo misitico

Non svegliarmi. Sono morta nella Kermesse dei tuoi baci.

Eterea. La mia specie
Nemmeno il tuo amante zelo la  smuove

Ma più in nuvole mi disfaccio
Più di terra e fuoco è l’abbraccio
Con cui nella carne vuoi costringermi giovane

 

 

O Sol nas Noites e o Luar nos Dias   Il

De amor nada mais resta que um Outubro 
e quanto mais amada mais desisto: 

quanto mais tu me despes mais me cubro 

e quanto mais me escondo mais me avisto. 

E sei que mais te enleio e te deslumbro
porque se mais me ofusco mais existo. 
Por dentro me ilumino, sol oculto, 
por fora te ajoelho, corpo místico.

Não me acordes. Estou morta na quermesse 

Dos teus beijos. Etérea, a minha espécie  

nem teus zelos amantes a demovem.

Mas quanto mais em nuvem me desfaço  

mais de terra e de fogo é o abraço      

com que na carne queres reter-me jovem.  

 

 

Sete Luas poema di N. Correia nell’album di Misia Garras do Sentidos (Fado Varela)

E se a Morte me Despisse (musica di Mario Pacheco)

 

 

Amália Rodrigues e il piano di Alain Oulman




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I concerti e gli album in Italia















Oltre alla musica, Alain Oulman, con la sua vasta cultura mi ha fatto conoscere grandissimi poeti. Ha portato i poeti dentro la mia casa. Alain non componeva soltanto la musica ma cercava, nei libri di poesia, testi per la musica. Mi ha dedicato molto tempo. Con lui mi sono coltivata.
Amália Rodrigues

Il Destino di Amália si è incrociato con quello di molti suoi ammiratori. Ad un certo punto appare un uomo nella sua vita che la fa cambiare definitivamente: parliamo di Alain Oulman (1929 – 1990).
Come compositore Oulman ha scritto circa sessanta fado per Amália. Nasce a Lisbona, in una famiglia ebrea di ceto operaio. Da subito si appassiona alla musica ed alla poesia. Prendendo come esempio Léo Ferré, che cantava Rutebeuf, Rimbaud o Verlaine, traspone in musica le parole dei grandi poeti portoghesi: le Cantigas de Amigo, il classico Luís Camões, João de Deus, João Roriz, de Castelo-Branco, i contemporanei José Carlos Ary dos Santos, Alexandre O’Neill, Pedro Homem de Mello, Manuel Alegre, David Mourão – Ferreira e molti altri.
Uomo di sinistra, legato da vincoli di amicizia con oppositori del regime fascista, viene arrestato dalla PIDE (la polizia politica di Salazar) nel 1966, prima di essere espulso in Francia. Fino alla fine della sua vita continua ad essere un grandissimo ammiratore di Amália, muore a Parigi nel 1990.
E’ lui il responsabile, con la sua presenza nella vita di Amália dalla prima decade degli anni 60, del cambiamento del repertorio della cantante.
La fadista “abbandona” i così chiamati poeti popolari del Fado ed inizia a cantare i grandi poeti eruditi della Letteratura Portoghese.
Amália poté così cantare la poesia che più amava, unendo il suo canto a quello di Camões, il poeta che preferiva, facendolo così conoscere ad un vastissimo pubblico. Per altro questo suo desiderio era già presente dal 1945: quando incise, in Brasile, i suoi dischi, c’era già, mescolato con gli altri successi, un poema diverso, che niente aveva a vedere con la lirica tradizionale del Fado. Si tratta di As Penas, di Guerra Junqueiro, poema che Amália aveva scoperto precedentemente per caso leggendo un giornale.
Qualche anno dopo, intorno al 1950, di nuovo un giornale le farà conoscere un altro poema, stavolta di un autore contemporaneo: Pedro Homem de Mello. Questi versi colpirono così tanto la sua sensibilità che la voglia di cantare la poesia divenne per lei irresistibile: nacque così il successo Fria Claridade.
Amália temeva che un poeta consacrato non volesse vedere il suo nome legato al Fado. Niente di più sbagliato: a Pedro Homem de Mello piacque talmente tanto l’interpretazione che scrisse appositamente un poema per la voce di Amália, diventando da quel momento suo collaboratore, ammiratore ed amico. Pedro Homem de Mello inviava ad Amália i proprio libri affinché lei scegliesse le poesie che più le piacevano:
Bene, quello che io ho sentito in quel momento è stata una sensazione di vittoria, la più grande a cui potessi ambire, dato che ho realizzato in quell’istante che la mia poesia, nella straordinaria voce di Amália, era arrivata fino al popolo.
E proprio questo è quello che è successo con poema Povo, bellissimo e lungo, che Amália riuscì a ridurre ad una brillante essenzialità, avvolgendolo sapientemente con una delle più belle e drammatiche musiche del Fado Menor, il Vitória di Joaquim Campos. Ecco la nascita di Povo que Lavas no Rio, un Fado che da qui in poi Amália canterà sempre, facendolo nuovo in ogni esibizione, trovandogli nuove ed insospettabili dimensioni, come si può constatare nell’album Ao Vivo, registrato a Roma negli anni 50.
In una intervista con Luís Osório datata 24 Febbraio 1999, intervista fatta nella sua casa in Rua de São Bento, Amália riferisce:
Mi commuovo quando mi ascolto a cantare questo Fado, la forza che do alle parole è commovente. Quando mi ascolto cantare As Tábuas do Meu Caixão mi metto a piangere.

Amália cantò anche Havemos de ir a Viana, ed il lamento per il destino fatale del Rapaz da Camisola Verde, entrambe di Pedro Homem del Mello.
In una intervista alla RTP il poeta affermò che con Amália la sua poesia era arrivata al popolo.
Amália aveva appena iniziato a cantare Fria Claridade di Pedro Homeme del Mello e già un altro giovane poeta, David Mourão – Ferreira, sentiva il desidero di avere quella voce drammatica ed espressiva come veicolo della sua poesia. Gli scrisse un bel poema che parlava di un amore funesto, Primavera, germoglio di una lunga e feconda collaborazione che alleava il potere emotivo al rigore della sua costruzione. La collaborazione continuò con Abandono e con le immagini evocanti una Lisbona colorata e solare come in Madrugada de Alfama, o una Lisbona misteriosa e notturna, come in Nome de Rua.
Questo “matrimonio” tra il poeta e l’interprete ebbe il inizio intorno al 1959.
Amália intanto andava scoprendo e cantando nuovi poeti contemporanei, come Luís Macedo,
di cui ricordiamo Cansaço, dove l’inquietudine espressa nelle parole si coniuga alla musica di un altro Fado Minore di Joaquim Campos, il Fado – tango, generando una sensazione di malessere e di male di vivere quasi insopportabile.
Amália avrebbe voluto cantare molti altri poeti, ma non trovava nel Fado esistente il supporto musicale appropriato. Questa difficoltà venne superata grazie all’incontro, negli anni 60, con Alain Oulman, che portò una composizione musicale adeguata a questo desiderio, espresso da Amália, di proseguire le ricerche nel campo della poesia
Secondo le parole della propria Amália:
Un giorno ero in tournee e mi presentarono Alain Oulman, che aveva composto una musica pensandomi: Vagamundo. La ascoltai e mi piacque. Ne seguirono altre ed andai contro la marea di persone che mi stavano intorno, che trovavano quella musica molto complicata. I chitarristi, effettivamente, dovettero imparare quelle armonie nuove che aveva portato Alain, armonie che non avevano niente a che vedere col Fado, dato che il Fado è povero in armonia. Ed io le ho cantate perché per me erano Fado.(…) Oltre alla musica, Alain,con la sua vasta cultura, mi ha fatto conoscere grandissimi poeti. Alain non componeva soltanto la musica ma cercava, nei libri di poesia, testi per la musica (…). Ci fu molta gente che disse che io non cantavo più il Fado, che quello scritto da Alain non era Fado. (…) Alain mi ha portato un pubblico che non era mio ed allo stesso tempo ha allontanato un po’ l’altro pubblico che avevo. A cominciare dai chitarristi. José Nunes quando doveva suonare cose di Alain diceva sempre: Andiamo a suonare le opere!

Oulman andò oltre Valério perché, essendo un uomo che non proveniva dal mondo del Fado, con una visione esterna, più colto e cosmopolita, non ebbe paura della sfida, dell’innovazione, di contravvenire i canoni e le tradizioni del Fado. Rischiò di più, osò di più. Amália, adorando le sfide, condivise l’estetica di Alain. Ancora una volta la rottura era annunciata e l’innovazione sfruttata in modo naturale. Il repertorio tradizionale, il così chiamato Fado degli Infelici, della “cascamortaggine”, era stato temporaneamente messo da parte (dato che Amália non rinnegò e dimenticò mai il repertorio con cui iniziò la sua carriera artistica). Ora era però venuto il tempo di cantare i grandi poeti della letteratura portoghese, ed il grande propulsore di questo fu, indubbiamente, Alain Oulman.
Con lui Amália incise un album, Asas Fechadas, anche conosciuto con il nome di Busto, che è diventato un classico ed un punto fermo di tutta la discografia fadista. In questo album canta Pedro Homem de Mello, David Mourão – Ferreira, José Carlos Ary dos Santos, Luís Macedo, e canta se stessa in Estranha Forma de Vida, con musica del Fado – ballato, scritta da Alfredo Marceneiro.
Questo album è una vera e propria pietra nello stagno, per i nuovi orizzonti che porta al fado ed alla musica portoghese. Diciamo nuovi orizzonti per il grandioso panorama letterario che presenta. Per quello che riguarda le innovazioni musicali abbiamo non solo il tradizionale accompagnamento fatto dalla chitarra portoghese e dalla chitarra classica, ma anche l’aggiunta melodica del pianoforte, suonato da Alain Oulman. All’epoca rappresentò una netta rottura con la tradizione, in termini di immaginario e di sonorità. In questo album ci sono tre Fado accompagnati con il pianoforte. Nelle prove ad Amália piacque quello che stava sentendo, cosa che per altro si nota nelle registrazioni. Non c’era né paura né poco rispetto per ciò che era tradizionale. L’obiettivo era di fare il meglio, il meglio che la poesia portoghese meritasse e che loro erano capaci fare. E superare, una volta per tutte, strade e modelli tematico / letterario musicali, imposti da troppo tempo. Nel farlo Amália non ha soltanto innovato il Fado, ma ha anche aperto nuove strade per i fadisti della generazione successiva ala propria che, notando la sua modernità, la hanno presa come modello pressoché obbligatorio, riconoscendole questo merito.
La critica, nel sentire il disco, non lo considerò Fado.
L’aritocratica fadista Maria Teresa di Noronha, affermò in modo sarcastico che le parole erano alla Picasso.
Nessuna di queste affermazioni fecero indietreggiare Amália e Alain Oulman di un passo nel proprio proposito / obiettivo: divulgare, attraverso la voce di Amália Rodrigues e la musica di Alain Oulman, alcuni poeti eruditi di lingua portoghese.
Dopo questo disco, Amália osò ancora di più, andando verso l’incontro con il poeta che sentiva essere, nella sua voce, il più amato, dato che era quello che più profondamente aveva compreso e trasmesso il significato della parola Fado: Luís de Camões.
E Amália cantò Camões con la musica di Alain Oulman, togliendolo dalla polvere dei libri e della lettura e degli studi eruditi, divulgandolo con la sua voce ad un pubblico che appena lo conosceva. Questo incontro così forte fece nascere una grande polemica e all’appoggio di molti si oppose la reazione di considerava la cosa come un’eresia.
Effettivamente la polemica fu aspra. Fu la reazione di una elite intellettuale che aveva una visione dell’arte aristocratica e classista e che dichiarava, come fosse un dogma, che Camões non era compatibile con il Fado e quindi con il popolo ed un genere musicale popolare.
Nel giugno 1965 uscì il disco Fado Português, dove Amália canta i celebri sonetti di Camões Erros Meus, Lianor, Dura Memória, musicati da Alain Oulman, divulgando così il suo amato poeta. Curiosamente questo album non ebbe grande impatto. Tuttavia, quando nell’Ottobre dello stesso anno, apparve il 45 giri Amália canta Luís de Camões, una grande polemica crebbe intorno alla fadista, polemica che crebbe fino al punto che il Díario Popular, il 23 Ottobre 1965, decise di sentire cosa pensassero dell’accaduto alcune personalità importanti della vita portoghese, come il professor Hernâni Cidade, lo scrittore David Mourão – Ferreira, il compositore Alain Oulman, lo scrittore José Cardoso Pires, il poeta Alexandre O’Neill, lo scrittore José Gomes Ferreira, il giornalista Urbano Tavares Rodrigues, la fadista Maria Teresa de Noronha e l’astista plastico Júlio de Sousa.
Le opinioni non furono unanimi. Come si può immaginare alcuni furono contrari ed altri favorevoli del lavoro.
Ma, che piaccesse o meno, le musiche di Alain Oulman di fatto permisero ad Amália di cantare finalmente i poeti che amava e che non riusciva a portare nel Fado. Ci vollero molto coraggio e sfrontatezza da parte di entrambi per cambiare ciò che pareva ”istituito” nell’universo purista del Fado.
Ma torniamo alle critiche che vennero fatte al disco.
José Cardoso Pires qualificò il disco come demagogia da quattro soldi.
Anche Júlio di Sousa, artista plastico e autore di testi, non apprezzò il fatto che Amália Rodrigues osasse cantare “il poeta dei poeti”; la ragione è che nella gola di Amália tutto assume lo stesso valore. Per sottolinearlo aggiunse che la fadista cantava Linhares Barbosa così come cantava Camões, non valorizzando alcunché.
Il poeta José Gomes Ferreira affermò che non è d’accordo con l’idea del disco e tanto meno era disposto ad ascoltarlo. Riflettendo suo nel giudizio il proprio disprezzo per il Fado e per la cultura popolare a cui appartiene, ecco le sue parole: Ci sono capolavori nella musica portoghese, come per esempio Os Madrigais di Luís Freitas Branco, ispirati alla poesia di Camões. Ovviamente esiste anche la bottega del lustrascarpe Camões. Ognuno ha quel che si merita.
A questi e ad altri che consideravano snob cantare Camões, Amália rispose che aveva cantato quei versi perché le erano piaciuti ed aggiunse: i versi scritti dai poeti sono fatti per essere cantati e conosciuti. I poeti appartengono al popolo: io sono del popolo.
Ovviamente Amália non era sola: furono molti coloro che dettero pubblicamente il proprio appoggio e che pensavano che i poeti non dovessero rimanere chiusi nei libri, nei polverosi scaffali delle biblioteche.
Primi tra tutti David Mourão Ferreira ed Alain Oulman. Il poeta apprezzò il lavoro e dichiarò che, al di la della magistrale interpretazione della fadista, il disco rappresentava una ottima occasione affinché il popolo capisca che Camões gli appartiene e non appartiene alla prosa ufficiale in cui viene impagliato. Da parte sua il compositore, grande responsabile di questa “rivoluzione” / “apertura” nel Fado, affermava di aver pensato alla più grande voce portoghese per il più grande poeta portoghese di sempre e pone un interrogativo: se già canta i grandi poeti portoghesi contemporanei, perché non cantare i grandi poeti portoghesi del passato?
Della stessa opinione era il giornalista Urbano Tavares Rodrigues che considerava Camões un grande poeta ed Amália una grande voce, quindi si compensano (…), è quello che si potrà chiamare legame tra due grandi.
Alla discussione partecipò anche Alexandre O’Neill che affermò: non bisogna isolare il genio negli ospizi dei grammatici o nelle sonnolente sessioni di poesia, aggiungendo che questa è la pratica dei babbei (…), per questo io trovo splendido l’incontro di Camões – il – culto con Amália – la – fadista, per lo scandalo di certi ben pensanti ed il piaceri di quelli che capiscono che un poeta non deve sopravvivere solo in pietra ed un fadista in un coltello a serramanico.
Interessante è leggere l’opinione di una rappresentante del così detto Fado aristocratico, Maria Teresa de Noronha:
Non ne penso male, comincia a dire la creatrice del “Fado das horas”, Amália può cantare tutto. Solo non concordo col fatto che esca dall’ambito del Fado. Mi dispiace che Amália canti spagnolate o cose simili. E’ stata l’unica che poteva portare il fado fuori dai nostri confini, è stata l’unica che non l’ha fatto. Amália può cantare tutto, anche Camões. Io non lo avrei fatto, non penso che quello sia Fado. Ma dato che ha cantato tante cose…
Maria Teresa de Noronha difende una posizione molto rigida riguardo il repertorio di Amália e sbagliandosi sulla questione della divulgazione all’estero del Fado, cosa che le proverà il futuro.
Il 17 Dicembre 1965 , nel Díario de Notícias Augusto de Castro mise un punto fermo alla polemica pubblicando un articolo di fondo intitolato Cantar Camões. Nell’articolo fa i suoi complimenti alla fadista, a Guerra Junqueiro e a Camões. Secondo lui Amália non è soltanto una voce (…), è un caso e, nel suo genere e nel suo linguaggio artistico, un caso nazionale. Inoltre afferma che con lei, dalla frangia nera e col sole negli occhi, va il Potogallo per il Mondo (…). Si può cantare tutto (…). Camões ha amato le persone come Amália perché è stato un popolo di marinai e poeti (…). Canti Junqueiro, canti Camões, canti quel che vuole, Amália, sempre che lo canti bene, così come ha fatto fino ad adesso.
Non smette di essere curiosa, tuttavia, questa immagine di Camões divulgatore del mito dell’Impero, così come lo aveva diffuso l’Estado Novo.
Forte di questo, Amália continuò a cantare Camões e tutti i poeti, i “suoi poeti”, come lei ha tante volte detto, portando il Fado verso nuovi orizzonti, dandogli nuovi contenuti culturali sempre in compagnia del suo “complice” Alain Oulman.
Per Amália questo viaggio nel mondo della poesia erudita portoghese era molto salutare e voluto. Tutto si riassumeva al suo gusto per il canto. Erano versi da cantare e lei lo fece come strumento ideale del lirismo del suo paese. Non osò mai cantare Fernando Pessoa perché secondo lei non era cantabile, così come il poeta Mário de Sá – Carneiro:
quello che mi fa diventare matta è che non sono capace di mettere Mário de Sá – Carneiro nel fado – classico (…) Mi piace molto Fernando Pessoa, ma non si può canatare.

Con la musica di Alain Oulman la voce di Amália ci trasporta nel XIII secolo, ai confini abbaglianti della poesia dei trovatori, della cantiga de amigo Sediam’eu na Erminda de Saint Simion di Mendinho, alla dolcezza della ballata Nós As Meninhas di Pero de Viviães, agli albori del secolo XVI, quando la lingua portoghese si fissa, nella bellezza del triste addio di João Roiz de Castelo-Branco, nella sua Cantiga Partendo-se che fa parte del Cancioneiro Geral di Garcia de Resende (1516). Amália cantò António Feliciano de Castilho e José Régio, un poeta che sentiva tanto il Fado da interrogarsi sulle sue origini in Fado Português:
Il Fado è nato un giorno in cui il vento appena si muoveva ed il Cielo prolungava il Mare, nella murata di un veliero, nel petto di un marinaio che essendo triste cantava…

La voce di Amália, di repente, riecheggiava nei più diversi poemi eruditi della letteratura portoghese: Alexandre O’Neill, Ary dos Santos, Almada Negreiros, Manuel Alegre e molti altri.
Il repertorio nazionale si vedeva così doppiamente arricchito: nuove musiche e nuovi testi.
Riassumendo: nel 1962 Amália sfida le convenzioni imperanti nel fado, interpretando poemi classici e contemporanei della Letteratura Portoghese, musicati da un compositore di nazionalità francese dato al fado ed alla sua Voce, Alain Oulman. Che Luís de Camões potesse essere cantato in fado era una cosa che scioccava vari settori della società non solo politicamente ma anche intellettualmente conservatrice. Che la chitarra portoghese e quella classica potessero associarsi ad un pianoforte e che certi temi avessero un’introduzione musicale più lunga di quella abituale del Fado tradizionale, portò i “puristi” del Fado a levare critiche in tutto e per tutto simili a quelle formulate due decadi prima riguardo le melodie di Frederico Valério.
Ma alla fine, il tempo è il giudice supremo: le composizioni di Frederico Valério e di Alain Oulman sono ritenute oggi, curiosamente, dei veri classici ed integrano il repertorio di innumerevoli cantanti di Fado.
Amália, come soggetto di rottura nel Fado, al di la della sua azione in termini di repertorio, prima con il così detto Fado – canzone, in collaborazione con Frederico Valério e, in seguito, con Alain Oulman ed i grandi poeti portoghesi, ha portato il Fado dalla sua condizione di canzone “maledetta” per le sue origini umili e per la cattiva fama delle sue grandi interpreti femminili – si veda il caso di Severa – ad un altro piano, liberandolo da questa condizione, facendolo uscire dalle taverne e dalle Case di Fado, dandogli un’aria di cosmopolitismo, charme e buon gusto. Allo stesso tempo Amália rese il fado internazionale e più vicino a tutti i temi sociali.
Amália, con un enorme intelligenza intuitiva ed un ineccepibile buon gusto, è stata anche una donna che ha saputo imparare dalla vita, prendendo il meglio che le persone, che progressivamente incontrava, potevano darle, in una immensa sete di progresso e di novità. Amália sentiva che mantenendo le limitazioni tipiche del Fado tradizionale sarebbe rimasta sempre legata ad un pubblico ristretto, incapace di conquistare tutto un popolo e di esportare il Fado come prodotto culturale Portoghese di alto livello. Questo tipo di rottura, non meno importante, ha avuto il merito di essere stata fatta senza che mai rinnegasse le sue origini popolari, anzi, approfittò di ciò che di meglio e di più autentico ci fosse in queste radici, mescolandolo con altri significativi contenuti che si aggiunsero durante il cammino. Lo stesso, per altro, verrà fatto dai suoi costumi di scena che molte volte in colori, fattezze, gioielli, trucco e postura sul palco contrastavano con la primitiva immagine di austerità del Fado.
Si può quindi dire che c’è un Fado prima ed uno dopo Amália, dato che lei gli ha aperto nuove strade e frontiere dando così origine a quello che è chiamato Fado moderno, che è senza dubbio una sua eredità.

Gaivota musica di A.Oulman, testo di A.O'Neill
http://www.youtube.com/watch?v=TP4BnfUm0eI

martedì 25 novembre 2014

Storie dell'Alentejo: Mariana Cascalheira e Catarina Eufemia


Catarina Eufemia

«MATARAM-NA POR CINCO TOSTÕES»
À CONVERSA COM MARIANA CASCALHEIRA, CAMPONESA DE QUINTOS*
Entrevista por Miguel Patrício
 
"La uccisero per cinque scudi"
Dialogo con Mariana Cascalheira, contadina di Quintos
 
Vila, amiga e companheira de Catarina Eufémia, Mariana Teresa Correia Cascalheira, de Quintos, concelho de Beja, é um testemunho vivo imprescindível para se tentar compreender, por um lado, como é que os trabalhadores rurais alentejanos e as suas (grandes) famílias viviam nos anos Cinquenta, por outro, um pouco da personalidade da mártir camponesa, que, mais do que uma jovem irreverente, foi uma consciente lutadora política, com ligações ao único partido clandestino existente e em actividade na altura, o Partido Comunista Português.
Compaesana, amica e compagna di Catarina Eufemia, Mariana Teresa Correia Cascalheira, di Quintos, comune di Beija, è la testimonianza viva e imprescindibile per cercare di capire, da un lato, come vivevano i braccianti agricoli alentejani e le loro grandi famiglie negli anni Cinquanta, dall’altro un po’ della personalità della martire contadina, che, più che una giovane irriverente, è stata una cosciente lottatrice politica, con legami con l’unico partito clandestino attivo in quel periodo, il Partito Comunista Portoghese.
Mariana Cascalheira, nascida a 29 de Maio de 1936, pertence a uma velha geração de mulheres do Alentejo que, quando crianças, deixaram a escola (era sozinha de mulher», como nos disse) para ajudar os pais a criar os irmãos, executando os mais diversos trabalhos domésticos. Como a maioria dos filhos dos rurais alentejanos, começou a trabalhar no campo muito cedo, apenas com 11 anos. Cedo? Se Mariana começou a trabalhar cedo, que dizer dos irmãos, que começaram a trabalhar aos 5 anos?

Mariana Cascalheira, nata il 29 Maggio del 1936, appartiene a una vecchia generazione di donne alentejane che da bambine abbandonarono la scuola (“ero l’unica donna”, ci ha detto) per aiutare i genitori a crescere i fratelli, occupandosi di vari lavori domestici. Come la maggior parte dei figli dei braccianti alentejani, ha cominciato a lavorare nei campi molto presto, a soli 11 anni. Presto? Se Mariana ha cominciato a lavorare presto, che dire allora dei suoi fratelli, che hanno cominciato a lavorare a 5?
No diálogo (não lhe chamamos entrevista) que teve connosco - e que aqui tentamos reproduzir de forma simples, respeitando o máximo possível a linguagem oral, embora, naturalmente, sem a imprescindível vivacidade da mímica -, Mariana Cascalheira começa por nos descrever os seus tempos de infância e juventude e revela-nos os motivos que levaram os seus familiares próximos a passar de camponeses a operários, na Área Metropolitana de Lisboa. Propositadamente, fizemos algumas perguntas provocantes a Mariana, nomeadamente em relação à Reforma Agrária e à actividade do PCP no Alentejo nos anos Cinquenta, tendo a velha camponesa respondido de forma inteligente, acrescentando que a Reforma Agrária «já não volta no meu tempo, mas há-de voltar».

Nel dialogo (non lo chiamamo intervista) que ha avuto con noi- e che qui cerchiamo di riprodurre in forma semplice, rispettandone al massimo il linguaggio orale, nonostante manchi l’imprescindibile vivacità della mimica -Mariana Cascalheira ci comincia a descrivere la propria infanzia e gioventù ai suoi tempi e ci rivela i motivi che portarono i suoi parenti a passare da contadini a operai nell’area metropolitana di Lisbona. Di proposito, abbiamo fatto alcune domande provocatorie a Mariana, in relazione e rispetto alla Riforma Agraria e all’attività del Partito Comunista in Alentejo negli anni Cinquanta, l’anziana contadina ha risposto in modo intelligente, aggiungendo che la Riforma agraria “Non tornò più ai tempi miei, ma deve tornare”

Mariana Castalheira fala-nos de Catarina Eufémia, «uma mulher que sabia o que queria e o que dizia». Por último, a velha camponesa fala-nos da sua experiência como presidente da Junta de Freguesia de Quintos, já depois do 25 de Abril.
Mariana Cascalheira ci ha parlato di Catarina Eufemia, “Una donna che sapeva ciò che voleva e ciò che diceva”. Infine, l’anziana contadina ci ha parlato della sua esperienza come presidente della giunta comunale di Quintos, subito dopo il 25 Aprile.

Com que idade começou a trabalhar?
A quanti anni ha cominciato a lavorare?

(Um sorriso e um longo suspiro) Ai, ai!... Comecei a trabalhar com 11 anos.
(Un sorriso e un lungo sospiro) Ai, ai!...Ho cominciato a lavorare a 11 anni
Andou na escola?
E’ andata a scuola?
Graças a Deus.
Grazie a Dio.
Até que classe?
Fino a che classe?
Até à 3.ªFiz a 3.ª classe com 9 anos.
Fino alla terza, ho fatto la terza a 9 anni.
Porque não fez a 4.ª classe?
Perché non ha fatto la quarta classe?
Eu tinha seis irmãos e era sozinha de mulher e, então, a minha mãe trabalhava no campo e eu ficava em casa cuidando dos meus irmãos.
Avevo sei fratelli ed ero l’unica figlia femmina, mia madre lavorava nei campi e io restavo a casa occupandomi dei miei fratelli.
Era mais nova, mais velha?
ra più grande più piccola?
Era mesmo ao meio. Havia três mais novos e três mais velhos, éramos sete.
Ero proprio in mezzo. Avevo tre fratelli più piccoli e tre più grandi, eravamo sette.
A senhora é que tinha de tratar da casa?
Era lei che doveva occuparsi della casa?
Sim senhor. O meu pai sempre possuiu gado e tínhamos muito trabalho.
Si signore. Mio padre ha sempre avuto il bestiame e avevamo molto lavoro.
O seu pai era pequeno agricultor?
Suo padre era un piccolo agricoltore?
Não, era amigo de criar gado, tinha sempre assim um «rebanhito”. Era pastor. Depois o meu pai fez uma aventura que, se calhar, muita gente não era capaz de fazer. Com cinquenta e tal anos, foi para Alverca do Ribatejo.

No, gli piaceva il bestiame, così aveva sempre un piccolo gregge. Era pastore. Mio padre un giorno ha fatto un’avventura che forse molte persone non sarebbero state capaci di fare. A cinquant’anni e più andò a Alverca do Ribatejo.
Foi para lá trabalhar?
Andò li per lavoro?
Como aqui não havia trabalho, os meus irmãos mais novos levavam os verões Inteiros sem trabalhar e então foram para Alverca. Convidaram a minha mãe para ir lá, ela foi ver e não gostou da maneira como estavam sendo cuidados, trabalhando e maltratados... A minha mãe veio, falou como meu pai, venderam as coisinhas todas que tinham e foram para Alverca. Estiveram lá 18 anos, olhando pelos meus Irmãos e a trabalhar.
Siccome qui non c’era lavoro, i miei fratelli più piccoli passavano intere estati senza lavorare allora partirono ad Alverca. Invitarono mia madre ad andare là, lei andò a vedere e non le piacque il modo in cui venivano trattati, lavoravano maltrattati….Mia madre vide, parlò con mio padre, poi vendettero tutte le cose che avevano e andarono ad Alverca. Sono stati là 18 anni, occupandosi dei miei fratelli e lavorando.
Em Alverca trabalhavam no campo ou em fábricas?
Ad Alverca lavoravano nei campi o in fabbrica?
Os meus irmãos trabalhavam em fábricas e o meu pai na construção civil, dando serventia a pedreiro.
I miei fratelli lavoravano in fabbrica e mio padre nelle costruzioni, come muratore
Portanto, de camponeses passaram a operários...
Pertanto da contadini siete passati a operai….
Sim senhor... o meu pai com cinquenta e tal anos. O meu pai nunca gostou de lá estar, mas, para ajudar os filhos...
Si signore….mio padre a cinquanta e più anni. A mio padre non è mai piaciuto star lì, ma per aiutare i figli…
Isso foi em que ano, lembra-se?
Quando avvenne ciò, in che anno? Si ricorda?
Há 45 anos (1958).Nessa altura abalou muita gente do Alentejo...
Pois, era um tempo de fome, de muita fome.
Da 45 anni (1958). In questo periodo molta gente dell’alentejo era sconvolta perché erano tempi di fame, di molta fame.
E a senhora ficou aqui em Quintos ou também foi para Alverca?
E lei restò qui a Quintos o andò ad Alverca?
Eu fiquei, já era casada. E também ficaram dois irmãos meus.
Io restai, ero già sposata. E restarono anche due miei fratelli.
E a D. Mariana começou a trabalhar com 9 anos em quê?
E Dona Mariana in cosa cominciò a lavorare a 9 anni?
Comecei a trabalhar com 11 anos, aos 9 foi quando fiz a 3.ª classe. O primeiro trabalho que fiz foi mondar.
Ho cominciato a lavorare a 11 anni, a 9 facevo la terza classe. Il primo lavoro che ho fatto è stato mondare
A monda durava quanto tempo?
Quanto durava la monda?
Começávamos aí em Janeiro, depois era a monda do grão e essas coisas todas... era até Maio, até que viesse a «aceifa». Nos fins de Maio já se ceifavam favas e cevada aveia, depois era o trigo, até Julho. Às vezes já estava muito calor e a gente não aguentávamos e ceifávamos só até ao meio-dia.
Cominciavamo a Gennaio, dopo c’era la monda del grano e tutte le altre cose…era fino a Maggio, fino a che arrivasse la mietitura. A fine Maggio si mietevano le fave e orzo avena, dopo c’era il grano fino a Luglio. A volte faceva molto caldo e non lo sopportavamo e mietevamo solo fino a mezzogiorno.
A apanha do grão era à noite?
E la raccolta del grano era la sera?
Pois, o grão era à noite, da uma da manhã até às dez e meia, coisa assim. Tinha de ser apanhado pela fresca, senão cai para o chão.
Si, il grano era la sera dall’una alle dieci e mezzo del mattino circa. Doveva essere raccolto col fresco sennò cadeva a terra
Iam a pé para o local do trabalho?
Andavate a piedi sul posto di lavoro?
Nem que fosse no fim do mundo, íamos a pé.
Pure se fosse stato alla fine del mondo, andavamo a piedi
E a apanha da azeitona era cm que altura?
E la raccolta delle olive in che periodo era?
Começávamos no fim de Outubro e era até fins de Natal.
Cominciavamo alla fine di Ottobre e era fino alla fine di Natale
A apanha da azeitona era (é) difícil, por causa do frio e da chuva. Começavam a trabalhara que horas?
La raccolta delle olive è difficile a causa del freddo e della pioggia. A che ora cominciavate a lavorare?
Começávamos às oito horas, mas tínhamos de abalar de casa aí às seis ou sete da manhã, conforme o local para onde íamos trabalhar, se era perto ou longe. Depois, voltávamos às sete horas da noite, sem luz, sem nada, todas molhadas e mal agasalhadas... Muitas das minhas camaradas ainda vinham carregadas com lenha para se aquecer aquele bocado da noite. Eu nisso tive sorte, porque o meu pai tinha burros e carregava a lenha. Mas havia pessoas que andavam na minha companha que, ao fim de um dia de trabalho, ainda vinham com um molho de lenha à cabeça.
Cominciavamo alle otto, ma dovevamo partire in fretta alle sei o sette del mattino in base al luogo di lavoro, se era vicino o lontano. Dopo tornavamo alle sette di sera, senza luce, senza niente, tutte bagnate e mal coperte…molte delle mie compagne tornavano cariche di legna per riscaldarsi quel po’ di notte. Io ho avuto fortuna, perché mio padre aveva asini e caricava la legna. Ma c’erano persone che erano nella mia compagnia che, alla fine di una giornata di lavoro, se ne tornavano ancora con un pezzo di legno sulla testa.
A apanha da azeitona era um trabalho cansativo, com a agravante do frio e da chuva?
La raccolta delle olive era un lavoro pesante, con l’aggravante del freddo e della pioggia?
Pois. A gente muitas vezes ficávamos com os dedos todos dormentes.
Si. Noi molte volte ci trovavamo con le dita tutte addormentate
Usavam luvas?
Usavate guanti?
Não, não se podia apanhar azeitonas com luvas. A gente chegámos a pontos de andarmos trabalhando à azeitona sem comer. Não deixavam tão-pouco a gente comer.
No, non si potevano raccogliere le olive con i guanti. Noi arrivavamo al punto di andare a lavorare alle olive senza mangiare. Non ci permettevano nemmeno di mangiare…
Então porque?
Perché?
Não tínhamos hora de almoço. E ninguém podia dizer nada. Se alguém tentava dizer alguma coisa, no outro dia já não podia trabalhar.
Non avevamo l’ora per pranzare. E nessuno poteva dire niente. Se qualcuno provava a dire qualcosa, il giorno dopo non poteva lavorare.
Quando começou a trabalhar, com 11 anos, quanto é que ganhava por dia?
Quando cominciò a lavorare a 11 anni quanto guadagnava al giorno?
Ai! já não me lembro, mas, se calhar, aí uns seis escudos (0,03 cêntimos) por dia. Eu ainda cheguei apanhar e a descascar amêndoas três e quinhentos (3$50- três escudos e cinquenta centavos) por dia.
Ai! Non mi ricordo più, ma all’incirca 6 scudi (0.03 centesimi) al giorno.  Io arrivai a raccogliere e sbucciare mandorle guadagnando tre e 500 (tre scudi e 50 centesimi) al giorno.
Quanto custava um pão nessa altura?
Quanto costava il pane in questo periodo?
Não me lembro, porque nessa altura toda a gente cozia o panito em casa. Só as pessoas que viviam muito mal, muito mal, é que compravam o pão. Acho que um pão de quilo custava à volta de dois escudos. Olhe, cozíamos o pão de noite: amassávamos às oito horas da noite e quando a gente abalávamos para o trabalho já deixávamos o panito cozido.
Non mi ricordo, perché in questo periodo tutta la gente couceva il pane a casa. Solo le persone che vivevano molto male compravano il pane. Penso che un chilo di pane costava circa 6 scudi. Senta, cuocevamo il pane la sera: alle otto della sera lo impastavamo e la mattina quando scappavamo al lavoro lo lasciavamo già cotto.
Amassavam todos os dias?
Lo impastavate tutti i giorni?
Não, de oito em oito dias. E, às vezes, cozíamos quando ainda tínhamos dois ou três panitos duros, que era para não se comer logo os moles, para não se comer tanto. O pão mole era mais desluzido, comia-se mais depressa. Pense lá bem: a gente éramos nove pessoas lá em casa, cozíamos aí uns 35 ou 40 quilos para a semana.
No, ogni otto giorni. E, alle volte, lo cuocevamo quando ancora avevamo 2 o 3 panetti duri, ed era per non mangiare subito quelli morbidi, per non mangiar tanto. Il pane morbirdo era messo più in ombra, si mangiava più in fretta. Pensate bene: in casa eravamo nove persone, cuoceamo all’incirca 35 o 0 chili a settimana.
Ainda se lembra o que é que comiam nessa altura?
Si ricorda ancora ciò che mangiavate in questo periodo?
Eu não era daquelas que viviam mais mal. Havia quem comesse uma açordinha à noite e andasse o dia todo sem comer. A gente lá em casa não passávamos essas fomes. Também lhe digo uma coisa: o meu pai chegou a andar meses sem descalçar as botas... se calhar só para lavar os pés, mas para dormir não, pois passava muitas noites sentado numa pedra, chovendo, com o guarda-chuva aberto e com uma manta, guardando o gado, tanto dele como dos outros. Para criar sete filhos, pense lá bem como é que era.
Io non ero tra quelle che vivevano più male. C’erano quelle che mangiavano una zuppetta la sera e poi passavano tutto il giorno senza mangiare. Noi in casa non passavamo questa fame. Le dico anche un’altra cosa: mio padre era arrivato a passare mesi senza togliersi gli stivali…forse solo per lavarsi i piedi, ma per andare a dormire no perché passava molte notti seduto su una pietra, mentre pioveva, con l’ombrello aperto e con una coperta, guardando il bestiame, tanto il suo quanto quello degli altri. Per mettere al mondo sette figli, ci pensi bene come era!
E o seu marido, o que é que fazia?
E suo marito cosa faceva?
O meu marido, agora reformado, era trabalhador do campo. Mais tarde, nos anos Sessenta, foi trabalhar para a Alemanha. Depois do 25 de Abril só lá esteve um ano e tal. Na Alemanha, trabalhava numa manutenção militar.

Mio marito, ora in pensione, era bracciante agricolo. Più tardi, negli anni Sessanta, andò a lavorare in Germania. Dopo il 25 Aprile è stato là un anno circa. In Germania lavorava per la manutenzione militare.
E a senhora deixou de trabalhar com que idade?
E lei quando ha smesso di lavorare?
Tinha aí uns 53 ou 54 anos.
Avevo 53 o 54 anni
Ainda trabalhou na Reforma Agrária? Em que cooperativa ou UCP [Unidade Colectiva de Produção]?
Ha lavorato nella Riforma Agraria? In che cooperativa o Unità Collettiva di Produzione?
Sim, aqui na UCP «Pioneiros da Reforma Agrária».
Si, qui nell’Unità Collettiva di Produzione “Pionieri della Riforma Agraria
Foi melhor esse tempo ou antes do 25 de Abril?
E’ stato migliore quel periodo o prima del 25 Aprile?
Então que pergunta! Não tem comparação. Foi melhor.
Ma che domanda! Non c’è comparazione. E’ stato meglio quel periodo
Então foi melhor porquê?
E perché è stato migliore?
Porque todos tínhamos responsabilidade e todos defendíamos o nosso lugar, não era preciso andar o capataz atrás, e isto e aquilo e o outro...
Perché tutti avevamo responsabilità e tutti difendevamo il nostro posto, non c’era bisogno di andare dietro al capomastro e questo e quell’altro….
Na Reforma Agrária também não podiam almoçar, como acontecia no tempo do agrário?
Anche nella Riforma agraria non potevate pranzare, come accadeva al tempo della braccianza agricola?
Claro que comíamos. Eu não posso dizer mal da Reforma Agrária, porque lutei muito por ela.
Certo che mangiavamo. Non posso dir male della Riforma, perché ho lottato molto per lei.
Também não quero que diga mal. Só quero que me diga o que pensa da Reforma Agrária.
Anch’io non voglio che ne parli male. Solo voglio che mi dica che ne pensa della Riforma Agraria.
Nunca houve uma coisa melhor do que a Reforma Agrária. Deixou-me bastante saudades. No meu tempo já não volta, mas há-de voltar.
Non ho mai sentito una cosa migliore della Riforma Agraria. Mi ha lasciato abbastanza nostalgie. Non può più  tornare indietro come ai vecchi tempi, ma deve tornare.
O que fazia na UCP onde trabalhou?
Cosa faceva nell’Unione Collettiva di Produzione dove ha lavorato?
Fazia o mesmo, mas melhor e com mais gosto.
Facevo le stesse cose, ma meglio e con più piacere.
Na sua opinião, tinha uma salário justo? Dividiam os produtos por todos, como era?
Nella sua opinione, aveva un giusto salario? Dividevate i prodotti tra tutti, com’era?

Na UCP, trabalhávamos para a gente, não éramos explorados por ninguém, por isso o salário era justo. Aqui na nossa UCP não dividíamos os produtos, comprávamos tudo, mas mais barato. E os descontos não eram só para a gente, que trabalhamos na Reforma Agrária, também eram para as pessoas da terra. Aquela vacaria que além está, no tempo do agrário, havia um letreiro a dizer que era proibida a entrada, e, depois, a partir da Reforma Agrária, passou a ser diferente, «vendiam-no» o leite às pessoas da terra e dávamos para as escolas.
Nella Unione Collettiva di Produzione, lavoravamo per noi, non eravamo sfruttati da nessuno, per questo il salario era giusto. Nella nostra UCP non dividevamo i prodotti, compravamo tutto, ma a prezzi bassi. E gli sconti non erano solo per noi lavoratori della Riforma Agraria, ma erano anche per gli altri braccianti. Quella stalla che sta laggiù, al tempo delle bracciante, aveva un cartello che diceva che era proibita l’entrata, dalla Riforma in poi, è stato diverso, vendevano il latte ai braccianti e lo davano alle scuole.
E agora também é assim?
E ora è anche così?
Não, depois da Reforma Agrária acabaram com tudo.
No, dopo la Riforma  finì  tutto
No tempo da Reforma Agrária havia mais ou menos vacas e outro gado? Havia mais ou menos produção?
Al tempo della Riforma c’erano pù o meno vacche e altro bestiame? C’era più o meno produzione?
Havia mais produção, porque as pessoas interessavam-se mais, estávamos a trabalhar para a gente e para a terra.
C’era più produzione, perché le persone erano più interessate, lavoravamo per noi e per la terra
Quer dizer que a Reforma Agrária também foi boa para a própria freguesia?
Vuole dire che la Riforma fu buona anche per la stessa parrocchia?
Pois, além das pessoas da aldeia comprarem mais barato, depois havia mais dinheiro e comprávamos máquinas, rações, sementes, adubos e coisas nas mercearias de cá. A Reforma Agrária foi uma coisa muito boa para o povo todo.
Si, oltre al fatto che le persone del villaggio compravano a prezzi bassi, c’era più denaro e compavamo macchinari, razioni, sementi, concime, e cose nelle mesticherie locali. La Riforma Agraria è stata una cosa molto buona per tutto il popolo.
Vamos agora falar um pouco sobre a Catarina Eufémia? Ela era de Baleizão ou aqui do Quintos?
Parliamo ora un po’ di Catarina Eufemia? Era di Baleizão o qui di Quintos?
Ela era de Baleizão. O marido dela era cantoneiro e veio trabalhar para cá, por isso vieram para cá morar. Eles estiveram numas casas nó meio de Quintos, mas por pouco tempo, porque a renda era alta, tinham três filhos e o marido ganhava pouco. Por isso eles vieram morar para aqui [monte onde hoje habita Mariana Cascalheira], porque isto não era uma casa como é agora, era um celeiro e já velhote.
Lei era di Baleizão. Suo marito era cantoniere e venne qui a lavorare, per questo vennero qui ad abitare. Loro stettero in una casa nei dintorni di Quintos, ma per poco tempo, perché l’affitto era alto, avevano tre figli e il marito guadagnava poco. Perciò vennero ad abitare qui (monte dove oggi abita Mariana Cascalheira), perché qui non era una casa com’è adesso, ma un granaio e vecchiotto.
E esta casa era de quem? Da sua família?
E questa casa di chi era? Della sua famiglia?
Esta casa era de um agrário. Ela [Catarina Eufémia] veio para Quintos e ele arrendou-lhe a casa. Depois, foi fazer a «aceifa» a Baleizão, mataram-na e o marido nunca mais quis saber...
Questa casa era di un agricoltore. Catarina Eufemia venne a Quintos e lui gli affittò la casa. In seguito, fece la mietitrice a Baleizão, l’assassinarono e il marito non ne volle più sapere…
Quando ela morou aqui, você morava aonde?
Quando Catarina abitò qui, lei dove abitava?
Naquelas casas ali ao lado, aquelas que estão caídas, que eram dos meus pais. Éramos vizinhas. A coitada tinha uma vida muito difícil. Difícil era para toda a gente nessa altura.
In quelle case lì da quel lato, quelle diroccate, che erano dei miei genitori. Eravamo vicine. La poverina aveva una vita molto difficile. Era difficile per tutti in quel periodo.
Ela chegou a pertencer ao seu rancho, trabalharam juntas?
Catarina apparteneva al suo gruppo, lavoravate assieme?
Mãe da minha alma!... «Lidi» com ela, conhecia-a tão bem como aqui as minhas mãos. Então o último filho que ela teve nasceu ali ao lado... o primeiro beijinho que ele apanhou foi meu... assim que «subo» que ela tinha tido o filho vim logo lê-la. «Lidi» muito com ela.
Madre dell'anima mia! “Lottai assieme a lei, la conoscevo bene come queste mie mani qui. L’ultimo figlio che Caterina ebbe nacque lì a a quel lato…il primo bacio che ebbe fu il mio….così quando seppi che lei aveva avuto il figlio venni subito a vederla. Lottai molto con lei.
Lembra-se do dia em que ela morreu?
Si ricorda il giorno che Catarina morì?
Lembro-me, mas eu não estava por aqui. Lembro-me do dia da abalada dela para Baleizão. Eu fui para uma ceifa de empreitada. No dia que ela abalou, ia morrendo logo no caminho.
Mi ricordo, ma non ero qui. Mi ricordo del giorno della sua fuga a Baleizão. Io ero andata a una mietitura a cottimo. Il giorno che lei fuggì, stava morendo già lungo quella strada…
Ia morrendo como?
Morendo come?
Abalou para Baleizão, a pé, com três filhos pequenos.
Fuggi a Baleizão, a piedi, con tre figli piccoli.
Foi pela estrada? Isto ainda são uns 10 quilómetros de Quintos a Baleizão?
Fu lungo la strada? Non ci sono 10 chilometri da Quintos a Baleizão?
Não foi pela estrada, foi a direito, atravessando aí os campos. Foi ela e outra vizinha, que também era de Baleizão. E, então, no tempo da «aceifa» havia sempre aquelas coisas, o patrão oferecia tanto, o trabalhador achava pouco e não saía [não ia trabalhar], perdia-se às vezes dois e três dias.
Non fu per la strada, fu attraversando i campi intorno. C’era lei e un’altra vicina, che era anche di Baleizão. E allora al tempo della mietitura c’erano sempre quelle cose, il padrone offriva tando, il lavoratore pensava fosse poco e non andava a lavorare, alle volte si perdeva due o tre giorni.
Era uma espécie de greve!?
Era una specie di sciopero?
Mas vindo aio terceiro ou quarto dia, as pessoas não tinham «mais remédio» que era sair [ir trabalhar]. Ela como não era daqui e como o marido dela também não ceifava, então nem sempre saía, porque cada qual puxava as suas mulheres [trabalhadoras]... uma prima, uma irmã... e ela, coitadinha, ficava em casa, sem trabalho. E então o que é que ela resolveu? Ir para Baleizão, deixava os filhos com a sogra e fazia a «aceifa».
Ma dopo il terzo o quarto giorno, le persone non avevano altro rimedio che andare a lavorare. Catarina siccome non era di qui e siccome suo marito non mieteva…ciascuno (al proprio posto) mandava le proprie donne di famiglia a lavorare…una cugina, una sorella…ma Catarina restava a casa senza lavorare. Allora come risolveva? Andava a Baleizão, lasciava i figli alla suocera e faceva la mietitura.
E ela precisava de trabalhar...
E lei aveva bisogno di lavorare….

Pois, a coitada. A minha mãe e mulheres de outro tempo estavam a lavar no barranco - nesse tempo não havia máquinas, não havia água canalizada, não havia nada... lavávamos no barranco -, a minha mãe viu a Catarina abalar com três filhos pequenos e disse-lhe: «Ainda assim, comadre Catarina, para onde é que você vai?» Ela respondeu-lhe: «Vou para Baleizão. Vocês aqui não saem, não saem, mas quando vem a terça ou a quarta-feira todos saem, todos ganham e eu não ganho nada. Vou para Baleizão, a minha sogra fica-me com os meus filhos e eu faço lá uma rica «aceifa». A minha mãe disse assim: «Ai, comadre Catarina, com três filhos, ainda assim o que é que você vai fazer? O seu marido ganha para o panito e o azeite, aonde é que você vai, mulher»!? As mulheres do outro tempo, desde que houvesse pãó e azeite para a açorda... A Catarina voltou-se para a minha mãe, tão zangada, e disse-lhe: «Então só comemos pão e azeite»? Coitada, abalou... Ela abalou para Baleizão e a gente abalou para uma empreitada, para os matos [zona de montado], ao pé de Corte Condessa, na freguesia de Salvada. Andávamos ceifando, chega lá o dono da seara e disse: «Sabem quem mataram em Baleizão? Foi a Catarina Eufémia». Ai!, eu fiquei, valha-me Deus,... valha-me Deus, coitadinha. Mataram-na por cinco tostões.
Si poverina. Mia madre e le donne di quel tempo lavavano nel canale-in questo tempo non c’erano lavatrici, non c’era acqua canalizzata, non c’era niente-, mia madre vide Catarina scappare con tre figli piccoli e le disse:-“Malgrado ciò, comare Catarina, dove stai andando?” Lei le rispose: “Vado a Baleizão, voi qui non uscite, non uscite, ma quando arriva Martedì o Mercoledì tutti uscite, tutti guadagnate e io non guadagno niente. Vado a Baleizão, mia suocera resta con i miei figli e io faccio là una ricca mietitura. Mia madre disse così: “Ai, comare Catarina, malgrado tre figli,  cosa fai? Tuo marito guadagna per il pane e l’olio, dove vai donna”!? Le donne di quel tempo dal momento che avevano pane e olio per la zuppa…Catarina si voltò verso mia madre e molto arrabbiata le disse: “E allora che mangiamo solo pane e olio”? Povera fuggi…fuggì a  Baleizão e noi per una mietitura a cottimo, verso i boschi, ai piedi di Corte Condessa, nella parrocchia di Salvada. Stavamo mietendo, arrivò là il proprietario del raccolto e disse: “ Sapete chi hanno ucciso a Baleizão? Catarina Eufemia”. Ai, mio Dio….mio Dio, poverina. L' hanno uccisa per cinque scudi.
Diga-me uma coisa: ela teve essa pequena discussão com a sua mãe, porque a sua mãe e as mulheres mais velhas satisfaziam-se com pão e azeite, para a açorda. A Catarina não era da mesma opinião. A Catarina tinha consciência política?
Mi dica una cosa: lei ebbe questa piccola discussione con sua madre, perché sua madre e le donne più anziane si soddisfa vano di pane e olio per la zuppa. Catarina non era della stessa opinione. Catarina aveva coscienza politica?
Tinha. Tinha e muita.
L’aveva e molta.
Ela pertencia a algum partido?
Apparteneva a qualche partito?
Pertencia ao Partido Comunista Português.
Apparteneva al Partito Comunista Portoghese.
A sério?
Davvero?
Sim senhor, sim senhor.
Si signore, si signore
Há quem diga que não...
C’è chi dice di no…
Então nesse tempo qual era o partido que havia?!
Allora a quei tempi che partito c’era?
Não sei...
Non so…
Mas eu sei. Nunca dei notícia de mais nenhum.
Ma io lo so. Non ho mai sentito notizia di nessun altro partito
Só havia o Partido Comunista? Só o PCP é que tinha reuniões com os trabalhadores? E a senhora, já pertencia ao Partido?
C’era solo il Partito Comunista? Solo il PCP aveva riunioni con i lavoratori? E  lei signora , apparteneva al Partito?
Eu não pertencia, mas já nessa altura era simpatizante. Já o meu pai era simpatizante do Partido Comunista. E os meus irmãos também.
Io non vi appartenevo, ma già in quel periodo ero simpatizzante. Mio padre era simpatizzante e anche i miei fratelli.
Recebia o «Avante» e propaganda política?
Riceveva “l’Avante” (giornale) e propaganda politica?
Isso era uma coisa que tinha de ser muito bem vista. Quem ficava com essas coisas, tinha de as saber esconder, às vezes debaixo do colchão. Isto era muito mau, não havia liberdade. O meu pai, em sonhando que, de madrugada, deitavam papéis a falar da situação política, ia buscá-los e vinha logo para eu ler. Quanto ao «Avante» era preciso um grande segredo, por causa da Guarda e da PIDE.
Ciò era una cosa che doveva essere valutata molto bene. Chi si occupava di queste cose, doveva saperle nascondere, a volte sotto il materasso. Ciò era molto brutto, non c’era libertà. Mio padre sognava che all’alba, buttavano giornali che parlassero della situazione politica, andava a prenderli e tornava subito per farmeli leggere. Quanto all’Avante era necessario un gran segreto, a causa delle guardie e della PIDE.
Chegou a ter reuniões com a Catarina Eufémia?
Arrivò ad avere riunioni assieme a Catarina?
A gente não chegámos a ter reuniões. Cheguei a trabalhar num sítio em que as estremas das propriedades de Baleizão davam aqui com as nossas, e a Catarina juntava-se com os dois grupos, quando íamos à água, e combinava coisas, falava dos salários, como devíamos fazer.
Noi non avevamo riunioni. Lavorai in un posto ai confini tra le terre di proprietà di Baleizão e le nostre e, quando andavamo a procurarci l’acqua, Catarina si univa con i due gruppi, organizzando cose, parlando dei salari e di come dovevamo fare.
Portanto, ela era uma mulher com consciência política?
Pertanto era una donna con coscienza politica?
Sim, sim, e muita. Do Partido Comunista é que ela era. Eu não dava notícia de mais nenhum.
Si, si, e molta. Era del Partito Comunista. Io non davo notizie di nient’altro.
E o marido, também?
E suo marito anche?
Eu com o marido já não tinha aquela lidação. Não o ouvia, como a ouvia a ela. Olhe, era uma coisa fora de série, foi por isso que a mataram. Não havia por aqui mais nenhuma mulher igual. Ela sabia as coisas e não tinha medo de nada.
Io con suo marito non avevo quella confidenza. Non lo ascoltavo come ascoltavo lei. Senta, era una cosa fuori dal comune, è stato per questo che la uccisero. Da queste parti non c’era nessuna donna uguale a lei. Lei sapeva le cose e non aveva paura di niente.
Ela esclarecia as outras companheiras? Segundo você me disse há pouco, quando ela foi trabalhar para Baleizão criticou as mulheres de Quintos, por ficarem em casa dois ou três dias mas depois irem trabalhar e não terem uma posição firme...
Catarina spiegava alle altre compagne? Secondo lei, come mi ha da poco detto, quando Catarina andò a lavorare a Baleizão criticò le donne di Quintos, perché restavano in casa due o tre giorni ma dopo andavano a lavorare e non mantenevano una posizione ferma…
Pois, ela via essas coisas todas. E mataram-na por cinco tostões. Ela foi para lá, e aquele patrão, o Fernando Nunes, em Maio de 1954, dava 12 escudos [0,06 cêntimos] por dia ao pessoal de Baleizão. As pessoas queriam 12$50 e ele não quis dar. Então, o pessoal de Baleizão não quis ir trabalhar. Ele foi buscar pessoas ao Penedo Gordo, por 12$50. Quando as pessoas de Baleizão souberam, acharam muito mal de ele não querer dar 12$50 ao pessoal da terra e ir buscar outros e pagar essa quantia. Depois, o que é que a Catarina e outros trabalhadores de Baleizão, mulheres e homens, fizeram? Tentaram ir falar com os de Penedo Gordo, queriam interromper, para aquela gente não começar a trabalhar.
Certo, lei vedeva tutte queste cose. E la uccisero per cinque scudi. Lei andò là e quel padrone, Fernando Nunes, nel Maggio del 1954, dava 12 scudi (0.06 centesimi) ciascuno al personale di Baleizão. Le persone volevano 12.50 e lui non voleva darglieli. Allora il personale di Baleizão non volle andare a lavorare. Lui andò a prendere persone a Penedo Gordo per quella cifra. Quando le persone di Baleizão lo seppero lo giudicarono male perché era andato a prendere altri braccianti per pagare la stessa cifra che loro avevano chiesto. E dopo cosa fecero Catarina e altri lavoratori, donne e uomini di Baleizão? Cercarono di parlare a quelli di Penedo Gordo, per farli smettere e per non cominciare a lavorare.
E depois?
E dopo?
Foi nessa altura - ela era a da frente, porque era uma mulher muito decidida -, que o guarda disparou a sangue frio.
Fu in quell’occasione- lei era quella che stava davanti, perché era una donna molto decisa- che la guardia sparò a sangue freddo.
No grupo também havia homens?
Nel gruppo c’erano anche uomini?
Havia. Mas nesse tempo, homens e mulheres, tudo tinha medo. Sofremos tanto, tanto, tanto... Ai, que esse tempo não volte.
C’erano. Ma a quel tempo, tutti, donne e uomini, avevano paura. Abbiamo sofferto tanto, tanto….Ai, che non torni più quel tempo!
Era uma seara de favas?
Era una raccolta di fave?
Era. Quando era ceifa de favas, poucas vezes os homens andavam com a gente.
Si. Quando mietevamo fave, poche volte gli uomini venivano con noi.
Porquê?
Perché?

Porqué nas favas tinham de levaras mesmas margens que a gente [as mulheres] levávamos e os homens tinham de ganhar sempre mais. Os homens ganhavam mais na «aceifa» do que a gente. No trigo, por exemplo, a gente levávamos duas margens e os homens levavam três.
Perché alla raccolta di fave dovevano avere gli stessi margini nostri (delle donne) e gli uomini dovevano guadagnare sempre più di noi. Gli uomini guadagnavano di più di noi nella mietitura. Nel grano, per esempio, noi portavamo due margini e gli uomini ne portavano tre.
O que é uma margem?
Cos’è un margine?
Uma margem é um rego. Às vezes a gente estamos falando e as pessoas não percebem. Na «aceifa», os homens ganham sempre mais uma parte do que as mulheres. A gente levávamos duas margens e ganhávamos duas partes e os homens levavam três margens e ganhavam três.
Un margine è una linea divisoria. Alle volte noi parliamo e le persone non comprendono. Nella mietitura, gli uomini guadagnavano sempre una parte in più rispetto alle donne.
Nessa altura, dos 12$00/12$50, quanto ganhavam em Quintos?
In quel periodo, dei 12 scudi e 12 e 50, quanto guadagnavano a Quintos?
Pouco mais ou menos a mesma coisa. Isto era tudo o mesmo.
Più o meno lo stesso. Questo era tutto lo stesso.
Quando vocês combinavam as jornas, com a Catarina e com as outras mulheres ligadas ao PC, ligadas à luta, ela dirigia a conversa? Como é que ela dirigia a reunião, lembra-se?
Quando voi organizzavate le giornate, con Catarina e con le altre donne legate al PC, legate alla lotta, lei dirigeva i discorsi? Come dirigeva le riunioni, si ricorda?
Aquilo não era bem uma reunião, era um encontro. Era na fonte, onde íamos à água. A fonte era quase à estrema de Vale de Alcaide, que pertence a Baleizão, com a estrema do Barroca, que pertence a Quintos. Era aí que as mulheres de Quintos e de Baleizão «se encontrávamos». Não falávamos só do trabalho, falávamos de outras coisas, que ela dizia à gente, que a gente éramos umas parvinhas ao pé dela. A mulher sabia.
Quello non era proprio una riunione, era un incontro. Era alla fonte, dove andavamo a prendere l’acqua. La fonte era quasi al confine della Valle di Alcaide, che appartiene a  Baleizão, con il confine di  Barroca, che appartiene a Quintos. Era lì che noi donne di Baleizão e Quintos ci incontravamo. Non parlavamo solo del lavoro, parlavamo di altre cose, che lei ci diceva, perchè noi eravamo delle “sciocchezzuole” rispetto a lei. La donna sapeva.
Era uma mulher mais esclarecida?
Era una donna più informata?
Ela era uma pessoa com muito.., sabia tudo. Ela discutia com qualquer pessoa, fosse feitores, fosse tudo, até com os patrões. Uma vez estava com ela e já não sei o que o patrão lhe disse, que ela respondeu: «Sai daí, malandro, malandros, não fazem nenhum e têm tudo, e a gente quer semear uma leira de coentros e não temos onde «assemear». A mulher era muito esclarecida. Não dizia era onde aprendia nem donde vinham aquelas instruções.
Era una persona con molto…sapeva tutto. Lei discuteva con qualsiasi persona, fossero fattori, fossero tutto, persino con i padroni. Una volta stavo con lei e non ricordo cosa il padrone le disse, che lei rispose:” Esci di lì, malandrino, malandrino, non fate niente e avete tutto, e noi vorremmo seminare un’aiuola di coriandolo e non sappiamo dove seminare”. La donna era molto schietta. Non diceva dove apprendeva e nemmeno da dove venivano quelle istruzioni.
Ela trazia alguns papéis para vocês lerem?
Portava dei giornali per farveli leggere?
Sim, e foi por isso tudo que a mataram, porque ela era uma mulher diferente, a gente éramos umas parvinhas ao pé dela. Quem lhe dava aqueles esclarecimentos todos, não sei. Na altura, havia quem dissesse que era o marido que lhe dava aqueles esclarecimentos todos. Ela chegou a fazer urna angariação de fundos para o Francisco Miguel...
Si, ed è stato per tutto ciò che la uccisero, perché era una donna diversa, noi eravamo sciocchezzuole in confronto a lei. Chi le dava tutte quelle informazioni, non so. A quel tempo, c’era chi diceva che era il marito a darle tutte quelle informazioni. Lei arrivò a fare una raccolta fondi per Francisco Miguel….
O Francisco Miguel [já falecido], velho militante comunista, natural de Baleizão?
Francisco Miguel (ora morto), vecchio militante comunista, originario di Baleizão?
Sim, uma vez juntou um grupo de mulheres e pediu-nos dinheiro para o Francisco Miguel, que estava preso. A gente arranjámos a maneira de lhe dar, umas quinze tostões, outras vinte e cinco tostões, à medida que podíamos...
Si, una volta unì un gruppo di donne e ci chiese denaro per Francisco Miguel, che era prigioniero. Noi trovammo il modo di darglieli, una quindici scudi, l’altra venticinque, nella misura che potevamo…
Ela conhecia o Francisco Miguel?
Lei conosceva Francisco Miguel?
Não sei, pelos vistos. Já nessa altura ela falava no Álvaro Cunhal.
Non so, di vista. In quel periodo già parlava di Álvaro Cunhal.
Esse nomes para vocês não representavam nada?
Questi nomi per voi non rappresentavano niente?
A gente sabia mais ou menos, mas não conhecíamos, não havia televisões, não havia nada dessas coisas. A primeira vez que fomos a Baleizão, à homenagem dela - tanta gente, tanta gente, que aquilo não tem explicação, tanta família -,as ruas cheias de gente, quem conhecia o Álvaro Cunhal agarrado a ele, «abraçando nele», eu cá até pensava que era algum da PIDE, pensava que era para fazerem mal ao homem. Conhecia-o da fotografia, que ainda hoje a tenho em casa, mas pessoalmente nem sabia quem era.
Noi sapevamo più o meno, ma non li conoscevamo, non c’era televisione, non c’era nulla di queste cose. La prima volta che andammo a Baleizão, per omaggiarla- molta gente, molta gente, che non si spiega, tante famiglie, le strade piene di gente, chi conosceva Álvaro Cunhal stava acchiappato a lui, abbracciandolo, io pensavo persino che era qualcuno della PIDE, pensavo che stava lì per fare male agli uomini. Lo conoscevo per la fotografia, che ancora oggi ho in casa, ma non lo conoscevo personalmente.
Voltando atrás, a Catarina fez subscrições a favor do Francisco Miguel, que na altura estava preso?
Tornando indietro, Catarina fece sottoscrizioni a favore di Francisco Miguel, che in quel periodo era prigioniero?
Sim senhor. E aparecia com papéis do Partido Comunista. Eu não conhecia outro partido. Hoje é que já há mais partidos, mas nesse tempo...
Si signore. E appariva con giornali del Partito Comunista. Io non conoscevo altro partito. Oggi ci sono tanti partiti, ma in quel periodo….
Era o único que defendia os trabalhadores?
Era l’unico che difendeva i lavoratori?
Pois, então. Aqueles papéis era tudo falando na classe operária, nos trabalhadores do campo... Por isso eu nunca conheci outro partido.
Certo. Quei giornali parlavano interamente di classe operaia, di braccianti agricoli…perciò io non ho mai conosciuto altro partito.
E ela falava do Partido Comunista?
E lei parlava del PC?
Ela falava muito do Partido Comunista. Era do que ela falava sempre, sempre... Toda a gente, mesmo patrões, dizia que ela era comunista.
Lei parlava molto del PC. Ne parlava sempre, sempre….Tutta la genete, anche i padroni, dicevano che lei era comunista.
Ela não falava só sobre questões relacionadas com os salários?
Lei parlava solo di questioni legate ai salari?
Falava de tudo. Eu não sei aonde é que ela ia buscar coisas que nós nunca tínhamos ouvido falar, como a emancipação da mulher, por exemplo. Eu gostava de ler e não era das mais parvas, mas não conhecia a maioria das coisas que ela falava. Ela por vezes dava-me coisas para ler... Mas havia aí pessoas que até tinham medo de lidar com ela. Tinham medo de serem presas. A gente éramos vigiadas em todo o lado, diga lá!... Até quando íamos apanhar grãos, às tantas da noite, a guarda ia-nos perseguindo, para apanhar as nossas conversas.
Parlava di tutto. Non so dove andasse a prendere cose di cui noi non avevamo mai sentito parlare, come l’emancipazione della donna, per esempio. A me piaceva leggere e non ero tra le più stupide, ma non sapevo la maggior parte delle cose di cui lei parlava. Catarina a volte mi dava cose da leggere…Ma c’erano persone che avevano persino paura di frequentarla. Avevano paura di essere imprigionate. Noi eravamo sorvegliate dappertutto, mi dica lei! Persino quando andavamo alla raccolta del grano, a un certo punto della sera, la guardia ci seguiva, per ascoltare i nostri dialoghi.
Houve muitas prisões políticas aqui em Quintos?
Ci furono molte prigioni politiche qui a Quintos?
Daqui nunca foi ninguém preso. Agradecemos ao padre. Ele nunca foi bom para ninguém, mas nisso foi bom. Vinham aí para saber se havia aqui comunistas, e ele dizia assim: <‘Aqui em Quintos não há comunistas. Dêem-lhes vinho, dêem-lhes pão, que aqui não há comunistas». E nunca chegou a denunciar ninguém, porque ele sabia quem é que lutava por essas coisas, quem escrevia frases nas paredes.
Mai nessuno fu prigioniero qui. Grazie al parroco. Non piacque mai a nessuno, ma in questo si. Venivano per sapere se qui c’erano comunisti e lui diceva così: “Qui a Quintos non ci sono comunisti.  Gli danno vino, gli danno pane, perchè qui non ci sono comunisti”. Non arrivò mai a denunciare nessuno, perché lui sapeva chi lottava per queste cose, chi scriveva frasi sui muri.
Ainda se lembra dos nomes de antifascistas aqui de Quintos?
Si ricorda ancora i nomi degli antifascisti di Quintos?
Éramos muitos, alguns já morreram. Olhe estou a lembrar-me da Zulmira... Zulmira Maria da Silva. O pai dela também era simpatizante do PCP. Era assim, a gente ouvia os nossos pais...
Eravamo molti, alcuni ora sono morti. Mi ricordo di Zulmira… Zulmira Maria da Silva. Anche suo padre era simpatizzante del PCP. Era così, noi ascoltavamo i nostri genitori…
E encontravam-se sempre na fonte?
E v’incontravate sempre alla fonte?
Quase sempre. Ainda chegaram a dizer ao meu marido - na altura éramos namorados: «Não queiras pôr emenda na tua moça, qualquer dia ainda lhe acontece o mesmo da Catarina Eufémia». Como eu «ombrava» muito com ela, éramos vizinhas, amigas e companheiras, íamos trabalhar juntas... Ela era mais velha do que eu, mais velha mas não muito, aí uns quatro ou cinco anos. Mas a minha natureza era assim, também gostava da política. E assim que chegou o 25 de Abril, nunca mais estive sossegada.. –
Quasi sempre. Arrivarono anche a dire a mio marito- in quel periodo eravamo fidanzati: “Se non correggerai la tua ragazza, qualche giorno le succederà lo stesso che a Catarina Eufémia”.  Siccome io spalleggiavo molto con Catarina, eravamo vicine, amiche e compagne, andavamo a lavorare assieme…Catarina era più grande di me, ma non molto, quattro o cinque anni. Ma la mia natura era così, anche a me piaceva la politica. E così arrivò il 25 di Aprile, non fui più tranquilla.
Sossegada?
Tranquilla?
Pois, nunca mais estive sossegada na política.
Certo, non fui più tranquilla in politica.
Ainda voltando às reuniões clandestinas, não se lembra mesmo de nomes de pessoas?
Ritornando alle riunioni clandestine, non si ricorda proprio i nomi delle persone?
Era tudo às escondidas. Já não me lembro dos nomes... Lembro-me da fonte e que, às vezes, durante o trabalho, ficávamos para trás ou íamos mais para a frente, para falarmos à vontade... Agora o nome das pessoas, já não me lembro.
Avveniva tutto di nascosto. Non mi ricordo più i nomi…Mi ricordo della fonte e che, a volte, durante il lavoro, restavamo indietro o andavamo avanti, per parlare serenamente….Ora il nome delle persone non me lo ricordo più.
Tinham muito medo da repressão?
Avevate molta paura della repressione?
Pois. Quem é que tinha uma conversa política aí no meio da rua? A Guarda cercavam as pessoas... nem podíamos cantar na rua. Os homens tinham muito o hábito de cantar pelas ruas, chegaram a pontos que tiveram de se deixar disso. Nem na ponte, naquela ponte ali à entrada da aldeia, se podia cantar. A rapaziada sentava--se além, no Verão, e canta. Tiveram de se deixar disso. Os guardas colocavam-se cada um no seu sítio, esperavam os homens e, à medida que eles iam passando, eram chicoteados. Tenho um irmão que uma vez vinha da ponte, quando chegou às bicas, estavam os guardas à espera dele... Então e quando foi do Humberto Delgado?! Alguém sabe o que isto foi? Foi uma luta também que foi uma coisa a mais.
Certo. Chi si metteva a parlare di politica lì in mezzo alla strada? Le guardie cercavano le persone…non potevamo nemmeno cantare  in strada. Gli uomini usavano spesso cantare per le strade, arrivarono al punto che dovettero abbandonare quest’abitudine. Nemmeno sul ponte, su quel ponte lì all’entrata del villaggio, si poteva cantare. Il gruppo di ragazzi si sedeva laggiù, in estate e cantava. Hanno dovuto abbandonare quest’usanza. Le guardie si mettevano ciascuno al suo posto, aspettavano gli uomini e, mano a mano che passavano, venivano frustati. Ho un fratello che una volta quando arrivò sul ponte, c’erano le guardie ad aspettarlo…Allora e quando c’è stato Humberto Delgado?! Qualcuno sa cos’è questo? Ci fu una lotta anche che fu una cosa a parte.
O que é que aconteceu nessa altura?
Cosa successe in questo periodo?
Nessa altura, já as pessoas iam para Beja, para as manifestações... As pessoas já estavam mais esclarecidas e já houve mais um avançozinho. Mas, depois, a partir dali, quando as eleições acabaram, a Guarda e a PIDE já sabiam aonde é que estavam os antifascistas e «vinham-nos buscar».
In questo periodo già le persone andavano a Beja, alle manifestazioni…Le persone erano più informate e già si vedevano piccoli passi avanti. Ma successivamente, a partire da quel momento, quando terminarono le elezioni, la Guardia e la PIDE già sapevano dove stavano gli antifascisti e “ci venivano a prendere”.
Houve muita repressão depois das eleições?
C’è stata molta repression dopo le elezioni?
Sim, muita, muita... Não tem explicação. Toda a gente tinha medo de falar. Alguém podia dizer que tinha fome? Ninguém. Ninguém podia dizer «eu quero trabalhar, quero ganhar para o pão». Então foi por isso que mataram a Catarina. Só por dizer que queria trabalhar para matar a fome aos filhos. E se alguém refilava no trabalho, no outro dia já não o deixavam pegar ao serviço. Era tudo à vontade dos senhores.
Si, molta, molta…Non ha spiegazione. Tutta la gente aveva paura di parlare. Qualcuno poteva dire che aveva fame? Nessuno. Nessuno poteva dire “voglio lavorare, voglio guadagnare per il pane”. Allora fu per questo che uccisero Catarina. Solo perché aveva detto che voleva lavorare per togliere la fame ai figli. E se qualcuno si rifilava dal lavoro, il giorno dopo non gli lasciavano più prendere servizio. Tutto dipendeva dalla volontà dei signori.
Acha que estas gerações mais novas sabem o que se passou nesse tempo? Os seus netos que idade têm?
Pensa che le nuove generazioni sappiano cosa successe in questo periodo? I suoi nipoti quanti anni hanno?
Tenho um quase com 20 anos.
Ho un nipote di quasi vent’anni.
Ele tem ideia do que se passou nesse tempo?
Lui ha un’idea di cosa accadde in quel periodo?
Tem, mas...
Si, ma…
Já teve estas conversas com ele?
Ha fatto già questi discorsi con lui?
Sim, mais ou menos os moços de agora sabem, mas fazem-se desentendidos. Eles nem acreditam!
Si, più o meno i giovani d’oggi sanno, ma fingono di non capire. Nemmeno ci credono!
Eles sabem que vocês passaram fome? Hoje praticamente têm tudo, enquanto a sua geração por vezes nem um naco de pão tinha...
Loro sanno che voi avete fatto la fame? Oggi c’è praticamente tutto, mentre la sua generazione alle volte non aveva nemmeno un tozzo di pane…
Eles hoje têm tudo. Têm pão, carne, iogurtes, leite... têm tudo. Não fazem ideia do que é passar fome, querer um pouco de pão e não o ter. Não fazem ideia do que é ter só uma muda de roupa para vestir. Não fazem ideia como a gente trabalhávamos...
Loro oggi hanno tutto. Hanno pane, carne, yogurt, latte….tutto. Non hanno idea di cos’è fare la fame, voler un poco di pane e non averlo. Non hanno idea di cos’è avere solo un cambio di roba per vestirsi. Non hanno idea di come lavoravamo….
E você e a sua família não foram dos que passaram pior...
E lei e la sua famiglia non eravate tra quelli che se la passavano peggio…
Na casa dos meus pais nunca passámos fome, mas trabalhámos muito, muito, muito... Eu ainda escapava melhor porque era a única filha. Os meus irmãos começaram trabalhar, com o meu pai, a guardar gado, com cinco anos. Não eram os meus irmãos que o ganhavam, eram os cães que o meu pai trazia, que o ajudavam com o rebanho. Mas os meus irmãos tinham de andar sofrendo, penando, atrás do meu pai, porque não podiam estar em casa e ganhar o ordenadinho e as comedias. Mesmo que não fizessem nada, tinham que andar ao frio e ao calor, só com cinco anos.
Nella casa dei miei genitori non abbiamo mai patito la fame, ma lavoravamo molto, molto, molto…A me è andata meglio perché ero l’unica figlia. I miei fratelli hanno cominciato a lavorare con mio padre, a occuparsi del bestiame a cinque anni. Non erano i miei fratelli a guadagnare il pane, erano i cani che mio padre portava, ad aiutarlo con il gregge. Ma i miei fratelli dovevano soffrire, penare, dietro mio padre, perché stando in casa non potevano guadagnare il piccolo stipendio e i cibi. Anche se non facevano niente, dovevano andare al freddo e al caldo a soli cinque anni.
E eles andaram na escola?
Loro andarono a scuola?
Tenho muita pena dos meus irmãos, porque os mais velhos nenhum sabe ler.
Mi dispiace molto dei miei fratelli, perché i più grandi non sanno leggere.
Eles andavam com o seu pai a ajudar a orientar o rebanho e o agrário dava-lhes qualquer coisa...
Loro andavano con suo padre ad aiutare ad orientare il gregge e l’agricoltore gli dava qualcosa..

Pois, se o meu pai havia de meter um de fora, tinha os filhos.., e andava à vontade dele. Que eles fizessem, que não fizessem, que o meu pai se zangasse, que não se zangasse... eram os filhos dele. Mas bastante sofremos todos. Por isso, acho que todos temos as mesmas ideias.
Certo, se mio padre avesse dovuto cacciare qualcuno, aveva I figli…e faceva ciò che desiderava.  Che loro (i fratelli) facessero o non facessero, che lui si arrabbiasse o no….erano suoi figli. Ma abbiamo sofferto tutti abbastanza. Perciò penso che abbiamo tutti le stesse idee.
Quando foi o funeral da Catarina, o que é que aconteceu aqui em Quintos?
Quando ci fu il funerale di Catarina, cosa accadde qui a Quintos?
Eu não estava cá, estava nos matos, para lá da Corte Condessa, onde a gente não via ninguém. Tenho um primo-irmão, que ainda é vivo, que trabalhava numa padaria e, então, como estava aqui na aldeia, porque trabalhava de noite, o regedor chegou ao pé dele e disse-lhe: «Chico, devias ir chamar o Tio António Paulino - era o enterrador, que estava numa hortinha ali ao pé da ponte do Guadiana -, porque morreu uma velhota dos matos».
Io non ero qui, ero nei boschi, oltre Corte Condessa, dove noi non abbiamo visto nessuno. Ho un cugino, che ancora è vivo, lavorava in un panificio e, allora, siccome era qui al villaggio, perché lavorava la sera, il reggente di Quintos arrivò davanti a lui e disse: “Chico, dovresti andare a chiamare lo zio António Paulino- era il becchino, che viveva li in un piccolo campo ai piedi del ponte del Guadiana-, perché è morta una vecchia dei boschi”.
Disseram que era o funeral de uma velhota e não da Catarina, para o povo não ficar a saber?
Dissero che era il funerale di una vecchia e non di Catarina cosicchè il popolo non lo scoprisse?
Sim. O meu primo foi dizer ao enterrador. Como era uma velhota dos matos, ninguém acompanhou o corpo à cova. Só quem foi ao funeral foram algumas velhotas de cá, que já não podiam nada na vida - porque nesse tempo em se podendo com a foice e com o sacho tinha que se trabalhar, porque não havia reformas -, foram ao funeral e qual não foi o seu espanto quando viram que era a Catarina. Ela foi sepultada com a roupa com que a mataram. A coitada não foi acompanhada, esteve sempre fechada no hospital para a autópsia, foi tudo às escondidas...
Si. Mio cugino andò ad avvisare il becchino. Siccome era una vecchia dei boschi, nessuno ha accompagnato il corpo alla fossa. Andarono al funerale solo alcune anziane di qui, che non avevano più niente da fare nella vita-perché in questo periodo non potendo usare zappa e falce non avevi lavoro, perché non c’erano pensioni-così andarono al funerale e rimasero sbalordite quando videro che era Catarina. Fu sepolta con i vestiti che aveva addosso quando la uccisero. La povera non fu accompagnata, rimase chiusa all’ospedale per l’autopsia, avvenne tutto di nascosto.
O marido e os filhos não foram ao funeral?
Il marito e i figli non andarono al funerale?
Os filhos eram pequenos e o marido acho que não foi. Ainda vieram pessoas de Baleizão, embora não soubessem quando era o funeral, mas a guarda não permitiu e, no regresso, já não foram pela estrada, foram aí pelos barrancos, a corta-mato...
I figli erano piccoli e il marito penso che non andò. Arrivavano persone di Baleizão, nonostante non sapessero quando fosse il funerale, ma la guardia non li fece passare e, al ritorno, non erano più in strada, ma lì a correre verso i dirupi…
Havia pessoas de Baleizão que queriam vir a Quintos ao funeral?
C’erano persone di Baleizão che volevano venire a Quintos al funerale?
Pois, ainda tentaram, mas nem souberam, ninguém soube, foi tudo às escondidas.
Certo, provarono pure, ma non lo seppero, nessuno lo seppe, fu tutto di nascosto.
A Guarda e as autoridades da altura tinham consciência que tinha sido um crime político e ia haver uma reacção das populações de Quintos e Baleizão?
La Guardia e le autorità di quel periodo avevano coscienza che c’era stato un crimine politico e poteva esserci una reazione degli abitanti di Quintos e Baleizão?
Pois, pois, pois...
Certo, certo, certo…
Como é que se chamava o regedor de Quintos?
Come si chiamava il reggente di Quintos?
António Francisco Felizardo.
António Francisco Felizardo.
Que profissão é que tinha?
Che lavoro faceva?
Tinha uma padaria. Ele pouco amigo era de trabalhar, coitado.
Aveva un panificio. Era poco amico del lavoro, povero.
Como é que se chama o seu primo?
Come si chiama suo cugino?
Francisco Manuel Luís.
Francisco Manuel Luís.
O regedor falou com o seu primo?
Il reggente parlò con suo cugino?
Pois, para ir chamar o enterrador.
Si, per chiamare il becchino.
O seu primo trabalhava na padaria do regedor?
Suo cugino lavorava al panificio del reggente?
Não, trabalhava noutra, de uma prima-irmã do meu primo.
No, lavorava in un’altra,  di una sua cugina.
Como é que se chamava o enterrador?
Come si chiamava il becchino?
Não sei bem, era o Tio António Paulino.
Non so bene, era lo zio António Paulino.
O que é que fazia, além de enterrador?
Cosa faceva, oltre al becchino?
Era trabalhador agrícola.
Bracciante agricolo.
[Silêncio]
(Silenzio)
Pois isto deu uma volta muito grande com o 25 de Abril.
Per ciò ci fu una svolta molto grande con il 25 Aprile.
A senhora Mariana foi presidente da Junta de Freguesia de Quintos depois do 25 e Abril?
Signora Mariana, è stata presidente della Giunta Comunale di Quintos dopo il 25 Aprile?
Fui, durante oito anos. De 1985 até 93, acho eu... E já tinha sido tesoureira durante três anos.
Si, per otto anni. Dal 1985 al ’93, credo. Già ero stata tesoriera per tre anni.
Que tal a experiência?
Come fu l’esperienza?
Boa. Só tive muita pena que tivesse acontecido o que aconteceu ao meu marido, porque a partir do dia em que ele adoeceu já não tive tempo nem cabeça para essas coisas. Eu só não fiz parte da primeira junta depois do 25 de Abril, porque o meu marido estava na Alemanha, assim que ele regressou nunca mais estive quieta.
Buona. Soltanto ebbi molto dispiacere di ciò che accadde a mio marito, perché a partire dal giorno in cui si ammalò, non ebbi più tempo e nemmeno testa per queste cose. Non feci parte solo della prima giunta dopo il 25 Aprile, perché mio marito era in Germania, non appena tornò non ebbi più pace.
Fez multa obra?
Ha fatto molti lavori?
Não é para me gabar, mas nunca nenhum foi capaz de fazer o que eu fiz. E a bem dizer sozinha... Olhe, por exemplo, depois da Reforma Agrária, houve uma propriedade que foi devolvida, o homem veio ter comigo, que era a presidente da Junta, e disse-me que, se ele ficasse com a oficina que tinha sido da UCP, dava um bocado de terra à Junta de Freguesia. Fui falar com o presidente da Câmara, que me aconselhou a fazer o negócio, fizemos a escritura e, hoje, nesse terreno é onde toda a gente de Quintos pode semear. Cada qual tem o seu bocadinho para semear favas, ervilhas, batatas... Mas o terreno é da Junta de Freguesia. Noutro lado, já vendemos 13 lotes de terreno para construção de habitações... e o dinheiro é para a autarquia. Quando acabou a Reforma Agrária, o pouco dinheiro que havia, em vez de ser dividido por todos, foi para ajunta, para ajudar a construção da casa mortuaria.
Non per vantarmi, ma mai nessuno è stato capace di fare ciò che ho fatto io. E a ben dire sola….Senta, per esempio, dopo la Riforma Agraria, ebbi una proprietà che fu devoluta, il presidente della Giunta venne da me e mi disse che se fosse rimasto con il laboratorio che era stato del UCP, avrebbe dato un pezzo di terra alla Giunta Comunale. Andai a parlare al sindaco, che mi consigliò di fare l’affare, facemmo l'atto e oggi questa terra è dove tutta la gente di Quintos può seminare. Ognuno ha la sua parte per seminare fave, piselli, patate ... Ma il terreno è del Comune. Altrove, abbiamo venduto 13 lotti di terreno per la costruzione di alloggi ... e il denaro è per il Comune. Al termine della riforma agraria, il poco denaro che avevo, invece di essere diviso per tutti, fu per la Giunta Comunale, per aiutare a costruire il cimitero.
Foi uma boa experiência?
E’ stata una buona esperienza?
Sim, nunca tive problemas em nada... nunca tive vergonha de ir falar com este ou aquele, com o presidente da Câmara ou com um vereador, com um engenheiro... Nunca me atrapalhei. Ser autarca, servir a minha freguesia, foi um trabalho que fiz de alma e coração.
Si, non ebbi mai problemi in niente…non ebbi mai vergogna di parlare con questo o quello, con il sindaco o con un consigliere, con un ingegnere…Non m’imbarazzai mai. Essere autarchica, servire il mio Comune, è stato un lavoro fatto con cuore e anima.
Um trabalho a bem da população...
Un lavoro per il bene della popolazione…
Por exemplo, no meu tempo, a junta de Freguesia chegou a vender sepulturas a 15 contos, pagas às prestações... Se não for assim, a gente não tem nada. É a gente, porque temos as feridas, agora quem não sofreu, quem não penou... Às vezes, esses que penaram já eles estão esquecidos, quanto mais quem não sofreu.
Per esempio, al mio tempo, la giunta era arrivata a vendere le sepolture a 15 contos, prestazioni incluse (funerali). In caso contrario, la gente non avrebbe avuto nulla. E  noi, perché abbiamo le ferite... A volte coloro che hanno sofferto  sono già dimenticati, tanto più da chi non ha sofferto.
* Publicada parcialmente in «Alentejo Popular», 25 de Abril de 2003
Pubblicata parzialmente in “Alentejo Popular”, 25 Aprile 2003.
Catarina Eufémia filiou-se no Partido Comunista Português em 1953, tendo feito parte do Comité Local de Baleizão, conforme depoimento de António Gervásio
Catarina Eufémia si affiliò al Partito Comunista Portoghese nel 1953, avendo fatto parte del Comitato Locale di Baleizão, secondo la testimonianza di António Gervásio