Natália de Oliveira Correia
nacque a Fajã de Baixo, isola di São Miguel, Azzorre, il 13/09/1923 e morì a Lisboa il 16/03/1993.
Frequentò il liceo a Lisbona,
non intraprese studi universitari. Nel 1979 fu eletta nel Parlamento
Portoghese. Collaborò con molti giornali e riviste.
Non inquadrandosi
perfettamente in nessuna corrente letteraria, inizialmente si legò al
Surrealismo e, a suo stesso parere, la sua più importante adesione fu quella
alla corrente del Romanticismo. La sua opera tocca i generi più svariati, dalla
poesia al romanzo, dai testi teatrali ai saggi.
Importante figura della
cultura portoghese della seconda metà del XX secolo, spicca come poetessa e
come politico, essendo stata eletta deputato per il Partito Socialista.
Fondò il Fronte nazionale per
la Difesa
della cultura, intervenne politicamente su temi culturali e riguardanti il
patrimonio artistico, in difesa dei diritti umani e della donna. Invocò sempre
la letteratura come forma di intervento per la società ed ebbe un ruolo attivo
nell’opposizione allo Estado Novo. Natália Correia spiccò nella lotta contro il
fascismo. Diversi suoi libri furono proibiti dalla censura e fu condannata a
tre anni di prigione, con pena sospesa, per abuso di libertà di stampa.
Fu una figura importante nei
circoli che riunivano i nomi più rilevanti della cultura e della letteratura
portoghese degli anni 50 e 60. E’ particolarmente ricordata per la sua
personalità vigorosa e polemica, personalità che si riflette nella sua
scrittura.
In una dichiarazione all’agenzia
di stampa Lusa, Maria Amélia Campos affermò di essersi interessata all’autrice
di "A Pécora"(1983) grazie allo studio che conduceva sui discorsi
delle deputate elette prima e dopo la rivoluzione del 25 Aprile 1974, studio
che fu pubblicato nel 2002.
“Mi sono subito accorta di
una forte differenza tra il discorso di Natália e quelli delle altre deputate e
questo mi ha portato ad interessarmi alla sua vita, tanto più che non sono mai
stata in intimità con lei (sua amica), l’ho conosciuta soltanto come figura
pubblica”
La biografia, pubblicata dalla casa editrice Parceria A.M.Pereira, traccia in 14 capitoli – “14 come le stazioni della via crucis” – la vita della scrittrice, la cui opera è “poco conosciuta e studiata perché la sua figura di donna si sovrappone sempre alla sua opera”, ha argomentato l’autrice.
Nel 1942 si sposò con Álvaro Pereira. Nel 1949 si unì a William Creighton Hylen dal quale si separò nel 1950 al fine di sposarsi con Alfredo Machado. Nel 1994 inizò la sua carriera come giornalista nel Rádio Clube Português. Nel 1960 incise il disco "Natália Correia Diz Poemas de Sua Autoria".
La biografia, pubblicata dalla casa editrice Parceria A.M.Pereira, traccia in 14 capitoli – “14 come le stazioni della via crucis” – la vita della scrittrice, la cui opera è “poco conosciuta e studiata perché la sua figura di donna si sovrappone sempre alla sua opera”, ha argomentato l’autrice.
Nel 1942 si sposò con Álvaro Pereira. Nel 1949 si unì a William Creighton Hylen dal quale si separò nel 1950 al fine di sposarsi con Alfredo Machado. Nel 1994 inizò la sua carriera come giornalista nel Rádio Clube Português. Nel 1960 incise il disco "Natália Correia Diz Poemas de Sua Autoria".
Conobbe Dórdio Guimarães,
compagno di vari lavori sia al cinema che in televisione, nel 1962. Nel 1990 si
sposarono e rimasero uniti fino alla morte di Natália.
Nel 1971, insieme ad Isabel
Meyrelles creò una società da cui nacque il Botequim (luogo di incontro,
scambio e convivio, ove nacquero effervescenti idee culturali).
Fu direttrice dello Estúdios
Cor e della casa editrice Editora Arcádia. Nel 1976 diventò direttrice del
"Século Hoje", di "Vida Mundial", e assessore dell’allora
segretario di Stato alla Cultura, David Mourão-Ferreira.
Natalia Correia è, per via
degli elementi tumultuosi, eterogenei e appassionati che appaiono nella sua
opera e nella sua vita, una figura particolare della nostra letteratura del secolo XX.
Iniziò la sua produzione con
cronache di viaggi negli Stati Uniti (Descobri que sou Europeia) nei quali
affermava una personalità molto forte, focosa e pungente, ma è stato nell’opera
poetica che indubbiamente ci ha lasciato il più ricco e duraturo filone della
sua scrittura.
La scrittrice ha un grosso
debito con l’esperienza surrealista ed in particolare con Mario Cesariny de
Vasconcelos. Da lui riprese (e trasformò) il non sense verbale dei lunghi poemi
anaforici, pieni di sorprendenti metafore, a volte attingendo alla violenza ed
alla bellezza di alcuni testi ispirati dove si aprono svariate piste di sensi
per rappresentare l’universo accentrativo del fascismo portoghese, la
mediocrità e la repressione, la spregevole morale salazarista, l’ipocrisia quai
generale come nel celebre poema “Queixa das Almas jovens censuradas”, contenuto
in uno dei suoi migliori libri, “Dimensao Encontrada”.
Stridente nella polemica,
provocatoria ed originale nel brillante tentativo teatrale che è l’opera “A
Pecora”, propensa allo stesso tempo alla spiritualità ed alla magia, alla
cabala, al culto dello Spirito Santo, culto così radicato nella terra dove
nacque, le Azzorre, ci ha lasciato anche saggi e poemi dedicati alle rasici,
alla matria, alla trascendenza. Allo stesso modo, esibendo un rinnovato
virtuosisimo orchestrale e retorico, scrisse, nell’ultima parte della sua vita
i “Sonetti Romantici” che rappresentano una nuova sfida, essendo così lontani
dai suoi romanzi di avanguardia come “Madona” o “As Nupcias”, dove eleva il
tema dell’incesto, caro alla mitologia classica, ad una rara completezza di
disarmonia/armonia.
Il processo di infantilismo
del paese, gli uomini trasformati in automi, l’imitazione della felicità
all’estero, fu metaforizzato
perfettamente dalla Correia nelle celebri strofe cantate da José Mario Branco
in Francia per gli emigranti e gli esiliati e che poi furono cantate dopo
Aprile in tutto il Portogallo. La
scrittrice ha un grosso debito con l’esperienza surrealista ed in particolare
con Mario Cesariny de Vasconcelos. Da lui riprese (e trasformò) il non sense
verbale dei lunghi poemi anaforici, pieni di sorprendenti metafore, a volte
attingendo alla violenza ed alla bellezza di alcuni testi ispirati dove si
aprono svariate piste di sensi per rappresentare la mediocrità e la
repressione, la spregevole morale salazarista…
"Queixa das Almas Jovens
Censuradas" cantato da José Mário Branco.
Protesta delle anime giovani censurate (trad. A. Belcari)
Ci danno un giglio ed un
temperino
Ed una anima per andare a
scuola
Ed un cartello che promette
Radici, stelo e corolla
Ci danno una mappa
immaginaria
Che ha la forma di una città
Un orologio ed un calendario
Dove non viene la nostra età
Ci danno l’onore dei
manichini
Per incoraggiare la nostra
assenza.
Ci danno il premio di essere
così,
Senza peccato e senza
innocenza.
Ci danno una barca ed un
cappello
Per farci fare un ritratto.
Ci danno i biglietti per il
cielo
Rappresentando la scena in un
teatro.
Ci pettinano le teste enormi
Con le parrucche dei nonni
Affinché ci sia impossibile
Assomigliare a noi stessi
quando stiamo da soli.
Ci danno una torta che è la
storia
Della nostra storia senza
trama
E non ci suona nella memoria
Nessuna altra parola che non
sia “paura”.
Abbiamo fantasmi così educati
Che ci addormentiamo sulle
loro spalle
Sogni vuoti, spopolati
Di personaggi del terrore.
Ci danno la copertina del
vangelo
Ed un pacco di tabacco
Ci danno un pettine ed uno
specchio
Per farci pettinare un macaco
Ci danno un garofano legato
alla testa
Ed una testa legata alla
cintura
Affinché il corpo non sembri
La forma dell’anima che lo
sta cercando.
Ci danno una bara fatta di
ferro
Con l’imbottitura di diamanti
Per organizzare la sepoltura
Del nostro corpo più avanti
Ci danno un nome ed un
giornale
Un aereo ed un violino
Ma non ci danno l’animale
Che infilza con le corna il
destino
Ci danno marinai di
cartone
Con timbro sul passaporto
Per questo la nostra
dimensione
Non è vita e nemmeno morte
E’ stata sicuramente anche
una scrittrice romantica la
Correia , proprio grazie al suo onirismo surrealista o della
sua calorosa difesa dei diritti della donna, nel suo fascino per l’androgino,
nell’espressione dell’eros totale, nel culto della madre, nella resa regale
delle sue isole dense di brume e misticismo, anche in molte delle sue veementi
prese di posizione in Parlamento, in piazza o nel piccolo schermo.
L’attenzione, quasi
ossessiva, posta sulla sua figura politica ha oscurato, spesso, il talento
reale e la sensibilità della scrittrice. E’ bene farle giustizia e osservare a
fondo la sua opera, fiume luminoso, a volte fiamme, che porta con se molto del
vissuto di Natalia, di quello che lesse, sognò, che voleva costruire e che poi
lasciò incompleto, proprio come succede a quasi tutti gli artisti mossi da
passione.
Anche il lato narcisistico
della sua personalità, lato che convive con tutta questa forza e generosità, è
li, disteso sullo specchio della parola.
Il Sole nelle Notti e il
chiaro di Luna nei Giorni
Dell’amore non resta più
niente di un Ottobre
E quanto più mi sento amata tanto più desisto:
Tanto più tu mi spogli, più io mi copro
E quanto più mi nascondo, più mi ritrovo
E quanto più mi sento amata tanto più desisto:
Tanto più tu mi spogli, più io mi copro
E quanto più mi nascondo, più mi ritrovo
E so che ti turbo e ti
abbaglio sempre più
Perché più mi offusco e più esisto.
Di dentro mi illumino, sole occulto,
Di fuori ti inginocchio, corpo misitico
Perché più mi offusco e più esisto.
Di dentro mi illumino, sole occulto,
Di fuori ti inginocchio, corpo misitico
Non svegliarmi. Sono morta
nella Kermesse dei tuoi baci.
Eterea. La mia specie
Nemmeno il tuo amante zelo la smuove
Nemmeno il tuo amante zelo la smuove
Ma più in nuvole mi disfaccio
Più di terra e fuoco è l’abbraccio
Con cui nella carne vuoi costringermi giovane
Più di terra e fuoco è l’abbraccio
Con cui nella carne vuoi costringermi giovane
O Sol nas Noites e o Luar nos
Dias Il
De amor nada mais resta que
um Outubro
e quanto mais amada mais desisto:
e quanto mais amada mais desisto:
quanto mais tu me despes mais
me cubro
e quanto mais me escondo mais
me avisto.
E sei que mais te enleio e te
deslumbro
porque se mais me ofusco mais existo.
Por dentro me ilumino, sol oculto,
por fora te ajoelho, corpo místico.
porque se mais me ofusco mais existo.
Por dentro me ilumino, sol oculto,
por fora te ajoelho, corpo místico.
Não me acordes. Estou morta
na quermesse
Dos teus beijos. Etérea, a
minha espécie
nem teus zelos amantes a
demovem.
Mas quanto mais em nuvem me
desfaço
mais de terra e de fogo é o
abraço
com que na carne queres
reter-me jovem.
Sete Luas poema di N. Correia nell’album di Misia Garras do Sentidos (Fado
Varela)
E se a Morte me Despisse (musica di Mario Pacheco)
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