giovedì 14 febbraio 2008

Le "Case di Fado" a Lisbona nella prima metà dell' Ottocento.

post collegato: Origine del Fado
Le "Case di Fado" ospiteranno le prime forme di fado, il Lundum e il Fado-danza (cfr. Struttura, origine ed anima del Fado portoghese) assieme ad altri generi di canto e danza, portati da un variegato proletariato urbano, che si riversa a Lisbona tra il periodo delle rivoluzioni liberali e quello della nascita dell'industria moderna (prima metà dell'800).
In questo periodo, Lisbona, è oggetto di una vistosa espansione demografica e di profonde trasformazioni sociali. In città si mantengono e crescono le tradizionali categorie professionali, commercianti, ristoratori, artigiani, venditori ambulanti. A queste categorie si aggiunge una cospicua fascia di popolazione proveniente dalle campagne del Portogallo e coloro che ritornano dal Brasile dopo l'indipendenza della colonia, liberti e schiavi neri. Lisbona negli anni 40 si presenta così: un crogiolo multietnico di esseri umani, che si accumulano nelle stesse casupole, lungo le stesse viuzze, condividendo la stessa miseria e la stessa lotta per la sopravvivenza. La maggior parte di tale proletariato svolge i lavori più pesanti come quello di carico e scarico di merci nelle banchine di Lisbona. Il porto è il luogo di aggregazione più vivace e non a caso il quartiere Alfama, a ridosso del porto di Lisbona, è il luogo in cui tra una festosa sfilata di bestiame e l'altra, poter trovar conforto nelle "Case di Fado".
Le case di fado (il termine fado sarà usato nell'accezione di sorte, destino) sono il luogo in cui "marginali inveterati e lavoratori salariati condividono lo stesso rituale di affermazione di valori di virilità e di integrazione comunitaria, creando un ambiente di divertimento bohémien, caratterizzato dalla presenza di canzoni e danze popolari delle più svariate provenienze" (Rui Vieira Nery, 2006).
Nei romanzi portoghesi della seconda metà dell'800 compare il termine fadista per designare le prostitute che in tali case si esibivano in canti e danze ma anche colui che sovente svolgeva il ruolo di loro mediatore-protettore e amante. Il fadista è una figura emblematica nelle Case di Fado, la sua immagine sociale è simile a quella del "lazzarone" napoletano, del "rough" londinese o dell' "apache" parigino.
Il fadista è legato a una varietà di attività marginali, dal furto al contrabbando e al gioco clandestino, si veste elegantemente e con cura, partecipa all'ambiente delle feste in cui i tori vengono liberati per strada, si accompagna spesso con toreri e con appassionati delle corride, molti dei quali sono nobili di prim'ordine.
Le case di fado non sono frequentate unicamente da classi sociali legate alla povertà e alla marginalità ma anche da giovani aristocratici bohèmien, artisti ed intellettuali che in questo contesto sfidano la possibilità di una trasgressione.
Sarà grazie a queste figure, che il fado verrà diffuso attraverso le edizioni a stampa di testi e musiche e, alla fine del secolo, assumerà connotazioni diversificate e più erudite (nella musica e nei testi) rispetto a quelle che lo hanno caratterizzato nell'ambito delle Case di Fado.
Una delle figure che testimonia la presenza della bohèmien aristocratica, all'interno delle case di fado, è il Conte di Vimioso, l'erede di una delle casate nobili più antiche del regno, appassionato di corride e amante di Maria Severa, prostituta e cantante di Fado della Mouraria, quartiere popolare di Lisbona.
La storia d'amore tra Vimioso e Severa terminerà con l'abbandono e con la precoce morte di quest'ultima, tragico destino che l'accomuna a diverse eroine Romantiche.
Dopo la sua morte, nel 1846, Severa, diventerà il mito incarnato del Fado, inteso come ineluttabile destino; negli anni Novanta dell'Ottocento verranno pubblicati Fados in quartine sulla storia dei due amanti e nel 1931, apparirà il film musicale, A Severa, a história da conhecida cigana, la critica lo definirà "Il più portoghese tra i film portoghesi".


R.Vieira Nery, Il Fado, Storia e cultura della canzone portoghese. Donzelli, 2006.
immagine: José Malhoa, Il Fado, 1910, Lisbona, Museu da Cidade.

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