giovedì 31 gennaio 2013

Fado no limits Fado á venda


"Com esta voz  me visto" (con questa voce mi vesto) è il titolo di una recentissima mostra al Museo della Moda e del Design di Lisbona; in esposizione molti abiti indossati da Amalia Rodrigues in diversi periodi della propria carriera e abiti utilizzati da fadiste come Lucilia do Carmo, Maria da Fé, Mariza, Raquel Tavares, Carminho, Misia, Cuca Roseta…nulla da dire contro una mostra (per altro gratuita) di abiti, ma mi sembra una buona introduzione per fare una breve riflessione…
Che il Fado da anni sia ormai un fenomeno travolto dalla moda e dal marketing è un dato di fatto e lo è diventato ancor più da quando è entrato a far parte della rosa dei beni del patrimonio culturale mondiale Unesco. Personalmente credo che si stiano oltrepassando i limiti e questo succede  perché chi guida il marketing Fado vuole vendere troppo…anche a scapito della qualità del prodotto proposto. E’ a questo scopo che compaiono sul mercato decine di nuovi testi o di nuovi dischi ma gran parte di essi contiene roba fritta e rifritta. Le  raccolte di Fado o le antologie di Amalia Rodrigues ne sono un esempio, l’unico tocco di novità spesso è la copertina; tra i vari testi proposti troviamo anche libri per introdurre al Fado i più piccini “La mia prima Amalia” recita il titolo di un recente librino senza considerare che i bambini avrebbero argomenti molto più utili da comprendere che non il Fado o la vita di colei che cantava “Quem dorme a noite comigo”…del resto per i signori del marketing “O Medo” non conta, ciò che conta è “Quem compra comigo”….Decine di nuove Case di Fado nate sullo sfondo della cultura dell’apparire, del far scena sono oggi  il sogno fadista di molte ragazzine per cui non vi è Fado migliore da imitare di quello proposto dalle sorelle più grandi Mariza o Ana Moura…”
Hoje há Fado, Aquí há Fado”, la tecnica è la stessa utilizzata dai ristoranti per attirare i clienti “Hoje há sardinhas,  Aquí há caracois”, non importa se sia Fado o cibo di qualità, l’importante è vendere.
Sono in Piazza Martim Moniz e davanti a me ho un enorme pannello pubblicitario, è affisso su nuovi appartamenti in vendita difronte allo storico quartiere Mouraria: chi presta il volto alla pubblicità è la giovane e talentosa Carminho, che invita il pubblico a comprare quelle case con “vista sul Fado”…e tra me e me penso: “Tra Amalia che negli anni 50-60  pubblicizzava saponette e Carminho c’è un’enorme differenza in termini di prodotto destinato alla vendita…il marketing del Fado oggi guarda ben oltre le saponette..!”
 
 
“Com esta voz me visto” é o título de uma exposição recente no Museu da Moda e do Design, em Lisboa, em trajes de exibição muitos usados por Amália Rodrigues em diferentes períodos da sua carreira e as roupas usadas por fadistas como Lucilia do Carmo, Maria da Fé, Mariza, Raquel Tavares, Carminho, Mísia, Cuca Roseta ... nada a dizer contra uma exposição (é também livre) de roupa, mas parece-me uma boa introdução para uma breve reflexão ...
Que o Fado há anos é um fenômeno oprimido por moda e marketing è uma coisa nota e tornou-se ainda mais desde que o Fado se juntou á rosa dos bens do Património cultural Mundial Unesco. Pessoalmente, eu acho que se esteja a exceder os limites e isso é porque aqueles que dirigem a comercialização no Fado querem vender demais ... mesmo à custa da qualidade do produto oferecido. E 'com este propósito que aparecem no mercado dezenas de novos textos ou novos discos, mas a maioria deles contém material “frito e mais frito”. As coleções de Fado ou as antologias do Fado de Amália Rodrigues são um exemplo, a originalidade nestes espécimes muitas vezes está na capa; entre os diversos textos propostos são também livros para introduzir as crianças ao Fado "Minha primeira Amalia" diz o título dum recente livro, sem considerar que para as crianças há temas muito mais úteis que não entender o Fado da mulher que cantou "Quem dorme a noite comigo" ... para o resto aos senhores do marketing "O Medo" não conta, o que importa é "Quem compra comigo"
... Dezenas de novas Casas de Fado nascidas no fundo da cultura da aparência são hoje o sonho de muitas meninas fadistas… assim lá o Fado melhor è aquele proposto pelas irmãs maior Mariza ou Ana Moura ... "
“Hoje há Fado, Aquí há Fado" a técnica é a mesma usada pelos restaurantes para atrair clientes" Hoje há sardinhas, Aqui há caracois ", não importa se há comida ou Fado de qualidade, o importante é vender.
Estou na Praça do Martim Moniz e á minha frente eu tenho um enorme cartaz é afixado em novos apartamentos para venda em frente ao histórico bairro de Mouraria: quem empresta a cara á publicidade è a talentosa Carminho, que convida o público a comprar as casas com "ver do Fado" ... e eu penso comigo mesmo: "Entre Amália, que nos anos 50-60 fazia a publicidade ao sabão e Carminho há uma enorme diferença em termos de produto para venda ... a comercialização do Fado hoje parece ser muito além do sabão ..! "

4 commenti:

Luigi ha detto...

Comprendo perfettamente cosa intendi dire. L'opportunità del riconoscimento UNESCO è anche un rischio. Lo sappiamo bene noi quassù sulle Dolomiti, anch'esse patrimonio (naturale) dell'umanità. Il rischio è che vengano usati malamente. Tanto le Dolomiti quanto il Fado (ma il discorso vale per mille altri "patrimoni")sono beni non riproducibili, per questo sarebbe da porre la massima attenzione.

Dall'altro lato comprendo questa iper - commercializzazione: qualche turista in più e qualche disco venduto non fanno che bene alla sgangherata economia portoghese.

Infine non mi preoccuperei più di tanto. Noi, gli "esperti" del settore sappiamo ben distinguere i talentuosi da chi semplicemente ci prova. Almeno si suppone !!

Juliao Tresmulher ha detto...

Cara Luisa il fado per i portoghesi é da tempo diventato un business,per me non c´é niente di sbagliato se si abbina una forma d´arte ad una iniziativa commerciale.
Ho sempre detto ad Alberto che Lisboa non é piú quella di una volta, Tabucchi aveva sottolineato che ormai é troppo di moda, affermando addirittura che era meglio Oslo.
Io adoro Lisbona, ma quando la visito penso al passato e al suo grande fascino, quando palazzi trascurati cadevano a pezzi quando spendevo pochissimi euro per mangiare, e quando il fado non era cosí famoso all´estero come oggi.

Anonimo ha detto...

Ciao, ho appena letto il tuo post, giustissimamente allarmato su questa eccessiva commercializzazione del Fado.

Il problema è molto forte con tutte le musiche con molta storia, secoli o millenni (a noi italiani i cento e poco più anni di storia del Fadoci fanno forse ridere ma sono tanti).

Quello che credo io è che le musiche tradizionali debbano venire "da dentro" (come dice la mia amica Cinzia Marzo degli Officina Zoè).

A me la cosa che mi ha preoccupato di più sono stati i libricini per bambini sul Fado.

Credo che certe musiche debban o stare lontane dall'infanzia, il Fado soprattutto perché richiede molta maturità.

Farei questo discorso anche per il tango argentino.

Per la musica salentina o pugliese sarei per un'introduzione all'ascolto prima che all'esecuzione, anche se so che non succede così.

Oggi in Puglia ormai la si suona ancora prima di conoscerla.

Infatti nascono gruppetti su gruppetti che poi, paradossalmente, hanno più promozione dei grandi "pionieri" perché usano Internet.

Noi però continuiamo caparbiamente per la nostra strada, aiutando la gente a discernere.

Ciao, continua così mi raccomando.
Valentina L.

Luisa Notarangelo (Lusitana Saudade) ha detto...

grazie Valentina per queste osservazioni più che giuste...segnalo il tuo blog...
http://musicadautoredintorni.blogspot.com