martedì 24 aprile 2012

Apologia del Fado tradizionale di Lisbona

Post collegati per approfondire: il nuovo Fado e i nuovi fadisti
Case di Fado
e poi cliccate su ciascun link segnalato nell'articolo...(con calma.. per leggere tutto questo blog ci vuole tempo, pazienza e amore)


Il mio maggior dispiacere, in relazione al Fado, fu registrar dischi, i dischi videro il Fado industrializzato, il Fado non si deve vendere, io canto perché la mia anima lo ordina, canto come se pregassi. Non mi piace cantare per le macchine. Voglio vedere il pubblico, analizzare le sue reazioni, vedere se gli piace” (Alfredo Marceneiro)


Dopo sei anni trascorsi a promuovere la conoscenza del Fado e della cultura portoghese su questo sito è giunta l’ora di far chiarezza su questo genere musicale e di difenderlo dagli abusi dettati dall’ignoranza di molte persone che ancora oggi utilizzano il termine Fado senza alcuna cognizione di causa.
Il Fado, da quest’anno (2012) patrimonio dei beni  culturali immateriali dell’umanità, è nato a Lisbona, al limite lo si può ritrovare in un’altra storica variante a Coimbra, ma non è un genere affine a nessun altro genere…non c’entra nulla con la musica brasiliana, argentina, capoverdiana, napoletana o spagnola. Il Fado ha dei canoni stilistici precisi”…quando un’artista lo contamina con altri generi, cessa di essere FADO…e diventa World Music…pertanto non lo si può presentare alla gente come Fado. Le persone continuano a fare confusione dicendo che Teresa Salgueiro o Dulce Pontes cantano Fado…non sapendo che entrambe queste straordinarie artiste portoghesi non hanno mai cantato nelle Case di Fado, le storiche taverne in cui si è sviluppato questo genere e in cui giovani fadisti “fanno la gavetta” ancora oggi.  I giornalisti o gli artisti che si avvicinano a questo genere, invece di alimentare ignoranza dovrebbero avere l’onestà intellettuale di far ricerca prima di usare il termine Fado e di parlare di contaminazioni usando il termine World Music, evitando di chiamare “Fado”  brani musicali in cui dei canoni stilistici del Fado non c’è la benché minima ombra.

Sono inconcepibili concerti o dischi di “Fado mediterraneo” o  “Fado brasiliano”, non esiste un “Fado italiano”: esiste il Fado che è di Lisbona e basta. E per cantarlo, per suonarlo e per conoscerlo bene bisogna aver respirato l’aria delle Case di Fado, bisogna aver respirato l’aria di Marceneiro, Amalia, Fernanda Maria, Maria Teresa De Noronha, Fernando Mauricio, Tristão da Silva, Fernando Farinha, Argentina Santos, Maria da Fé, Lucilia do Carmo, Beatriz da Conceição, Aldina Duarte, Ricardo Ribeiro, Camané, Carlos do Carmo e di molti altri che hanno fatto del Fado una ragione di vita…
Per cantare e per suonare il Fado bisogna saperlo "stilare"…e Dulce Pontes o Teresa Salgueiro, così come altre cantanti portoghesi che non provengono dall’ambiente delle Case di Fado, non t’insegnano a stilare il Fado…né tantomeno t’insegnano cosa sono le "desgarradas" de Fado…
Un ultima cosa per sfatare un noioso “luogo comune” sul Fado, anch’esso derivante dall’ignoranza sui suoi canoni stilistici: il Fado non è solo triste…o peggio “una lagna” come qualcuno una volta lo ha definito…esistono Fado Mouraria o Corrido che vengono eseguiti in modo estremamente scanzonato e allegro…tutto dipende dall’interprete…dal fadista…
Luisa Notarangelo, autrice di questo blog dal 2007 nonché fadista

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao non ci conosciamo , mi chiamo Osvaldo e vivo a Roma .

Ieri sono tornato da una vacanza a Lisbona di 5 giorni ed oggi navigando in internet ho scoperto con interesse la tua attività di fadista !

Ti ruberò pochi secondi : sono un batterista rock e completamente "a digiuno" di Portogallo ed Amalia che ho scoperto in questi meravigliosi giorni e ti chiedo consiglio su dischi ...ebbene si...niente cd , info sul Fado e sui testi in particolare ed eventualmente films o letture che possano aiutarmi a comprendere meglio questa "febbre" che ho preso !

Nella speranza di leggerti e sentirti , ringrazio e auguro "Buona musica" a Te

Saluti

Anonimo ha detto...

Ciao, è da diverso tempo che non ti scrivo ed era da diversotempo che non passavo sul tuo blog.

Mi sono imbattuta nella bellissima “Apologia del fado”,di cui ho condiviso ogni singola parola.

Era ora che qualcuno scrivesse un articolo così garbatamente di fuoco contro certi luoghi comuni, certe confusioni eapprossimazioni.

Nel farti i complimenti voglio darti una notizia, anche senon riguarda il Fado.

Sto per creare, spero di farcela presto, una web radio di solibrani tradizionali del Centro-Sud Italia.

Te l’ho voluto far sapere perché in fondo ci occupiamodella stessa cosa, seppure la vediamo da due punti di vista diversi (o meglio,io, pur essendo una patita di Fado non gli dedico sforzo a meno che non ci siaqualcosa di particolare che me lo chieda).

Ciao, a prestissimo,

Valentina.